05/06/2017
Significativa la presenza nella rassegna di progetti di Urbanpromo dei Comuni che hanno partecipato al Bando sulla rigenerazione delle periferie promosso dal governo. Alla Triennale di Milano l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha promosso un confronto tra i rappresentanti degli stessi Comuni, dove questi hanno avuto l’opportunità di presentare le proposte, disponibili anche nella gallery online dell’evento. Interessante tra queste quella del Comune di Perugia, perché ha accolto la sfida di interpretare la rigenerazione urbana in un senso ampio, dove ai tradizionali interventi di tipo edilizio si affiancano anche specifici progetti pensati per l’ambito sociale.  Un aspetto evidenziato anche dall’integrazione dei finanziamenti provenienti dalla cosiddetta Agenda urbana (Fondi POR-FESR della Regione Umbria), di natura essenzialmente immateriale, con quelli del Bando periferie che agiscono sugli spazi fisici.  In tal modo la proposta del Comune di Perugia, attingendo a diverse forme di finanziamento in uno stesso ambito urbano, tende a configurarsi come un programma di rigenerazione urbana veramente integrato in cui la riqualificazione fisica “tradizionale” (bando periferie), si lega  con i contributi di carattere più innovativo legati all’uso delle nuove tecnologie  (Smart cities) e con quelli finalizzati alla cosiddetta “innovazione sociale” (Agenda Urbana).

L’intervento riguarda un’area del capoluogo umbro che non è una periferia tradizionalmente intesa, in quanto è collocata nella parte centrale della Perugia contemporanea. Si tratta dell’ambito urbano a cavallo della stazione ferroviaria che coinvolge i quartieri di Fontivegge e del Bellocchio.  La zona si è caratterizzata negli anni per un tasso alto di fenomeni di marginalità sociale e microcriminalità, dovuti anche a uno sviluppo progettuale incompleto che ha impedito la formazione di una identità vera e propria. Diversi immobili pubblici sono rimasti in stato di abbandono; la piazza posta al centro del progetto di ristrutturazione urbanistica di Aldo Rossi è rimasta defilata rispetto ai flussi che attraversano il quartiere, e la stazione del minimetrò risulta posta in posizione periferica rispetto alla trama urbana della zona. Il quartiere del Bellocchio è inoltre penalizzato da un ingresso, costituito da un sottopasso, angusto e inadeguato.

Diversi e coordinati gli interventi programmati, eccone alcuni: recupero degli edifici per attivare servizi di rango urbano; una biblioteca per ragazzi con laboratori innovativi dedicati alle arti grafiche; un coworking per promuovere e sostenere la nascita di nuove imprese, specie giovanili; un nuovo centro fitness di iniziativa privata; l’insediamento della Croce Rossa Italiana; un nuovo centro di aggregazione rivolto alle famiglie, agli anziani, agli sportivi e ai cittadini in genere; il recupero di un importante edificio scolastico. Il progetto, si legge nella presentazione “si fa quindi carico di connettere e integrare in un unico disegno la realtà urbanistica e sociale dei due quartieri, ricollegandoli in modo più efficace”.

Non mancano una serie di interventi “diffusi” (videosorveglianza, pubblica illuminazione oltre a quelli di natura sociale destinati prevalentemente ai giovani) tendenti a migliorare il livello di vivibilità, di sicurezza e di decoro dell’area, e una attenzione ai luoghi di connessione: il citato sottopasso viene ricostituito come una piazza inclinata, e il percorso viene riqualificato con maioliche disegnate dai bambini delle scuole.

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