17/05/2016
Partecipazione e recupero sono le parole d’ordine del Piano operativo comunale “Darsena di città”, presentato dal Comune di Ravenna all’ultima edizione di Urbanpromo. Informazioni sul progetto, approvato nel marzo dello scorso anno, sono disponibili nella gallery di www.urbanpromo.it


L’architetto Francesca Proni, responsabile dell’Ufficio di piano comunale, riveste anche il ruolo di “coordinatore ri-usi” in Darsena. Una funzione nuova e originale, così come l’approccio adottato per riqualificare una parte di città  essa stessa sui generis.  La “Darsena di città” di Ravenna è un vecchio quartiere portuale sorto in fregio al Canale Candiano, la cui riqualificazione ha assunto, dagli anni ‘90, il valore di momento strategico primario, capace di caratterizzare l’intero processo della pianificazione comunale oltre che l’intera città. La riconversione urbana di questa porzione di città è fondata sull’idea portante di costituire un unico sistema territoriale, che si sviluppa dalla città al mare, per valorizzare il ruolo di Ravenna quale “porta sul mare”, recuperando a funzioni urbane un’area portuale/industriale di 136 ettari in gran parte dismessa.

Gli interventi delineati dal Poc (redatto attraverso un grande sforzo partecipativo che ha coinvolto la cittadinanza) si caratterizzano per l’attenzione alla sostenibilità ambientale e agli usi ricreativi, culturali, turistici e sportivi da riservare agli spazi da riconvertire. Spiega Proni: “Molti urbanisti sostengono che piuttosto di mega investimenti che i privati e (ancora di più) le amministrazioni pubbliche non riescono oggi a sostenere economicamente, sia più efficace pensare le città come organismi viventi con micro target e funzioni da ottimizzare per rendere più efficiente il sistema nel suo complesso (proprio la visione dell’agopuntura nei confronti del corpo umano). Nasce così il concetto di agopuntura urbana che si basa sull’idea di agire sul sistema urbano attraverso micro interventi realizzati su nodi nevralgici della città, che rappresentano punti di pressione in grado di propagare gli effetti positivi nell’immediato intorno e in altre zone della città”. Perciò il Poc si muove su una prospettiva in due tempi: in attesa dell’auspicabile decollo dei più complessivi interventi di riqualificazione urbana, via alla “agopuntura urbana”, che in termini tecnici si traduce nella specifica disciplina sui RI-usi che consente di utilizzare aree e contenitori in disuso dalla data di adozione del POC e fino all’approvazione del Piano Urbanistico Attuativo di riqualificazione definitiva.  Nello specifico: uso temporaneo degli edifici dismessi e degli spazi aperti (in particolare le banchine) per l’insediamento di attività temporanee culturali, sociali, ricreative, sportive e servizi di uso pubblico, mediante l’inserimento di allestimenti leggeri. Un sito Internet ad hoc ha il compito di facilitare l’incontro con i potenziali utilizzatori degli spazi e delle strutture (come gli organizzatori di eventi), fungendo anche da raccoglitore di idee e proposte.

Il Poc, quindi, come percorso in divenire. Alla richiesta di tracciare un primo bilancio a più di un anno dall’approvazione dello strumento, l’architetto Proni elenca: “Da alcuni mesi a questa parte, in particolare nella banchina in destra, la Darsena è diventata teatro di importanti eventi e iniziative, sono inoltre in itinere progetti e percorsi per usi temporanei atti al riuso di aree e alla riqualificazione e valorizzazione di alcuni episodi di archeologia industriale, che seguiranno al già effettuato recupero con utilizzo a fini culturali dell’ex magazzino dello zolfo Almagià e dell’Ex Tiro a Segno già oggetto da tempo di riuso con iniziative ed eventi culturali e ricreativi.  E’ in corso attualmente la realizzazione di un intervento su un’area libera adiacente all’ex magazzino dello zolfo, è un progetto pilota per i riusi temporanei da collocarsi in strutture temporanee (container), finalizzato alla creazione di un nuovo comparto sportivo-ricreativo a servizio della collettività e si basa su tre principi fondamentali: socialità, innovazione e sostenibilità. L’obiettivo è quello di creare una nuova polarità di servizi alla città, un punto di collegamento fra il centro e la darsena, attraverso la creazione di nuovi spazi per attività sportive, culturali e per il tempo libero, integrati in un contesto che prevede servizi commerciali, spazi destinati ad associazioni e professionisti legati alla ricerca e al mondo creativo culturale.  La curiosità e l’interesse sulla Darsena in tema di riusi sono comunque attualmente molto alte e questo ci fa essere ottimisti sulla possibile evoluzione futura di interventi anche più, per così dire, strutturati”.

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