17/07/2017
L’ultima edizione di Urbanpromo si è svolta subito dopo la pubblicazione da parte del governo del bando per la rigenerazione delle periferie. Numerosi capoluoghi hanno partecipato alla manifestazione proponendo proprio i progetti che hanno concorso al bando. Tra questi c’è Nuoro, che ha sperimentato un approccio innovativo, premiato dalla commissione che ha stilato la classifica finale del concorso governativo. La città sarda, infatti, si è piazzata trentaduesima.
Attraverso il progetto “Le periferie al centro della città”, lungi dal concentrarsi su una parte specifica e delimitata, si è colta l’occasione offerta del bando per mettere in campo una visione complessiva di rigenerazione che riguardasse una porzione ampia di territorio. Non poteva del resto essere altrimenti, perché Nuoro si è formata attraverso un’aggregazione di parti urbane distinte, ciascuna delle quali ha apportato a questo processo i propri ambiti periferici, i quali, pur essendo diventati elementi centrali della gerarchia urbana, conservano le caratteristiche peculiari di periferia.
Le periferie a Nuoro sono in qualche modo la città stessa, e intervenire su di esse è stata l’opportunità di farlo sulla città. Il sindaco, Andrea Soddu, è convinto che proprio da questo approccio derivi l’apprezzamento e il buon risultato riscosso dal progetto nuorese: “Riguarda tutta la città in una ottica di rigenerazione urbana. Non è un insieme di opere pubbliche ma è avvolto da visione, imperniato su valori condivisi quali ambiente, cultura, sapere, sport”.
Se si dovessero individuare due parole chiave a cui ricondurre il progetto di rigenerazione urbana di Nuoro, la prima è senz’altro tra quelle citate dal sindaco, l’ambiente. Alla base della riconnessione dei tre ambiti periferici della città sarda c’è il cosiddetto fiume verde, anche questo pensato e disceso dalle caratteristiche del territorio. Nuoro è infatti circondata dai boschi, che si fermano non appena inizia l’agglomerato urbano. “Noi – spiega il sindaco Soddu – li abbiamo fatti entrare dentro”.
Il processo infatti ha ri – orientato la struttura dei percorsi connettivi privilegiando la camminabilità della città, pervadendo gli spazi da una foresta di città (il fiume verde, appunto) e attrezzandoli per un uso sociale, culturale e sportivo. Fondamentale in questo senso il ruolo e la funzioni delle piste ciclabili.
Dopo ambiente la seconda parola chiave è partecipazione. Il progetto afferma il superamento della dicotomia tra progettisti e cittadini, con questi ultimi che diventano oltre che fruitori protagonisti della riuscita del processo di rigenerazione. I cittadini vengono coinvolti non solo per progettare le opere pubbliche e gli interventi, ma in una dimensione ulteriore, quella della realizzazione. Questo vale sia per le componenti materiali – la rigenerazione degli spazi connettivi – sia per quelle immateriali – i laboratori urbani – alle quali è affidato il compito di sperimentare un nuovo modello di cittadinanza attiva. Questo perché, spiega Soddu, “la periferia è un concetto filosofico, non geografico. Si può superare dando centralità ai rapporti umani”.