25/03/2020
Ad Urbanpromo 2019, Confcommercio-Imprese per l’Italia ha confermato il proprio pluriennale impegno a favore delle città, organizzando il convegno “Rigenerazione urbana, leva del rilancio socio-economico di città e territori” e promuovendo un proprio spazio nella gallery online. L’incontro è stato occasione di approfondimento di alcune norme regionali, in materia di commercio e rigenerazione urbana, e di analisi dei loro impatti sul sistema economico attraverso un miglior utilizzo dei dati, anche in senso predittivo. Il dialogo tra i rappresentanti delle Amministrazioni e delle Associazioni regionali è stata un’occasione unica di confronto, che ha dato prova di concreti risultati, frutto di durature alleanze nei territori.
In particolare, dalla comparazione delle leggi “di nuova generazione” delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sono emerse esperienze comuni che, in linea con i principi europei, tendono a garantire il pluralismo distributivo, a rafforzare la vitalità urbana, ad assicurare il buon funzionamento della rete imprenditoriale e ad arginare il fenomeno delle dismissioni commerciali.
Si è rilevato, ad esempio, come la rigenerazione urbana venga intesa, sempre più, quale occasione di innovazione dei servizi commerciali, un’opportunità per raggiungere un’efficace integrazione tra commercio e urbanistica, senza dover necessariamente modificare le normative sul commercio. Altro tema ricorrente è stato quello dell’utilizzo della programmazione commerciale per conseguire il contenimento del consumo di suolo, introducendo sperimentazioni di carattere urbanistico che favoriscono il recupero dell’esistente limitando le nuove urbanizzazioni, come l’approccio sequenziale (che promuove la localizzazione delle medie e grandi strutture di vendita nei centri urbani, con un aggravio degli oneri per chi si stabilisce in aree inedificate) o l’indifferenza funzionale (che incentiva la riattivazione dei negozi sfitti, al piano strada, permettendo di assegnargli qualsiasi destinazione d’uso compatibile senza richiedere corrispettivi economici). Successivamente, si è evidenziato come i motivi imperativi di interesse generale, introdotti dalla Direttiva Servizi dell’Unione europea (2006/123/CE, attuata in Italia con il D.Lgs. 59/2010), tra cui rientra anche la salvaguardia dell’ambiente urbano, possano contribuire ad uno sviluppo equilibrato del sistema commerciale nelle aree di pregio delle città, permettendo di perimetrare zone in cui vietare, o subordinare ad autorizzazione, l’esercizio di alcune attività ritenute non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Ampio risalto è stato dato alle politiche attive del commercio e, in particolare, alla promozione del modello distrettuale, che sostiene il coinvolgimento di una pluralità di attori per l’attuazione di strategie di rigenerazione urbana ed economica, una sorta di cabina di regia pubblico-privata a supporto dell’ente locale per il governo di tali processi. Infine, un’ulteriore questione affrontata è stata quella della disciplina dei centri logistici dell’e-commerce, fenomeno emergente che andrà ricondotto alle procedure di autorizzazione commerciale, secondo idonei criteri di localizzazione urbanistica, attualmente allo studio delle Regioni.
Il tema delle politiche urbane e commerciali è stato ripreso anche dalle esperienze illustrate dalle città di Parma e Genova, che ne stanno misurando gli impatti sul territorio, a partire dalla sperimentazione di nuove modalità di raccolta, monitoraggio ed elaborazione di dati, anche di tipo digitale.
I temi emersi sono tutti di preminente interesse di Confcommercio che intende sostenere una nuova stagione di politiche urbane per il rilancio socio-economico delle città. Questo è anche il senso della rinnovata intesa con ANCI, sottoscritta il 9 aprile 2019, con cui si delineano il quadro per la definizione di ulteriori progetti locali, proposti da ampi partenariati, e le modalità dell’impegno congiunto, delle due Organizzazioni, per indirizzare politiche di sviluppo che valorizzino il contributo del terziario di mercato ai processi di rigenerazione urbana. Quattro sono i principali obiettivi specifici da perseguire, secondo il nuovo accordo: favorire l’aggiornamento del quadro normativo nazionale in materia urbanistica; promuovere l’attenzione verso i sistemi commerciali urbani negli strumenti urbanistici e nelle norme locali; rafforzare l’attività di formazione e informazione sui temi della città, del terziario di mercato e delle opportunità europee; sostenere politiche che garantiscano un quadro certo di risorse locali e nazionali dedicate alle città e ai territori, in coerenza con la politica di coesione europea.