26/03/2017
Tra le più importanti partecipazioni all’ultima edizione di Urbanpromo va certamente citata quella del Comune di Bologna. Il capoluogo emiliano ha messo in campo un insieme di strumenti indirizzato alla trasformazione della città. Dunque, una partecipazione che ha voluto mettere in luce le scelte di pianificazione e progettuali in corrispondenza di uno snodo fondamentale, in cui è evidente la fase di cambiamento che sta attraversando la città.
Tra i Piani urbanistici presentati e disponibili nella gallery di www.urbanpromo.it, c’è il Piano Operativo “Programma per la qualità diffusa” approvato nel febbraio 2015 che fornisce indicazioni per recuperare e riqualificare 30 aree in disuso, riducendo il consumo di suolo, migliorando l’ambiente, rendendo gli edifici esistenti più sicuri e aumentando la quantità e la qualità dello spazio pubblico. Coinvolge 123mila metri quadri di superficie utile.
Il Piano operativo comunale “Rigenerazione di patrimoni pubblici” governa le trasformazioni delle aree dismesse innescando e sostenendo processi di rigenerazione urbana. Coinvolge 100 ettari di aree da trasformare incluse nel Piano, 490.000 mq di superficie lorda edificabile, 2.100 alloggi realizzabili, 30 ettari di nuovi parchi e 5 nuove scuole. Il Poc conclude un percorso iniziato alcuni anni fa per la valorizzazione dei patrimoni ex militari (2007) e per le aree ferroviarie (2006), formalizzato con la sottoscrizione degli accordi che il Comune ha portato a termine nel 2015 con Agenzia del Demanio, Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr, Invimit Sgr, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e con il Gruppo Ferrovie dello Stato, ovvero i soggetti oggi proprietari delle aree in oggetto.
Il Piano operativo comunale “Attrezzature e industrie insalubri”, approvato nel dicembre 2016, razionalizza e coordina, attraverso un unico strumento urbanistico, interventi e trasformazioni riguardanti strutture di servizio (sia pubbliche che private ad uso pubblico) di diversa importanza per la città: ospedali, impianti sportivi, parchi, università. Tra usi abitativo, direzionale, ricreativi e altro si arriva a un totale complessivo di 53.454 mq di superficie utile.
Significativo poi all’interno del “pacchetto” di partecipazione di Bologna, l’articolato progetto di rilancio del Pilastro (grande quartiere abitativo popolare a nord-est, oggi degradato in termini sia fisici che economico-sociali) candidato, insieme al progetto di recupero di un ex parcheggio come nuova sede dei laboratori della Cineteca di Bologna, al Bando nazionale per la riqualificazione delle periferie. Il Pilastro è un ambito territoriale già individuato nel 2015 come area da riqualificare in occasione della formazione del “Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate”. Nella proposta progettuale si è individuato un sistema di interventi finalizzato a favorire il rilancio della zona in termini tanto fisici quanto economico-sociali, attraverso la riqualificazione paesaggistica “quale obiettivo necessario per il recupero della dignità e dell’identità espressiva dei luoghi, rafforzandone la coesione sociale”. Per la definizione di obiettivi e contenuti degli interventi ci si è basati sui percorsi di confronto pubblico che hanno portato alla definizione del progetto di sviluppo locale partecipato “Pilastro 2016” e “Collaborare è Bologna”.