Le esperte di Urbanpromo Alessandra Oppio e Marta Bottero: “Il diritto all’abitare è una componente del diritto allo studio”

Milano, 10 ottobre 2023. Nel 2022 il prezzo di una stanza singola per studenti a Milano è cresciuto del + 20% rispetto all’anno precedente e, mentre la città raddoppiava il numero dei fuori sede accolti, scendeva al 95esimo posto in Italia per qualità della vita dei giovani. Sono i dati che emergono dall’ultima graduatoria – stilata nel 2023 – dall’Osservatorio del Sole 24 Ore sulla qualità della vita dei giovani.

Uno scenario, questo, che sarà tra i temi oggetto di approfondimento all’Innovation Center di Firenze dal 7 al 10 novembre prossimo, nel corso di Urbanpromo, la rassegna organizzata da Inu e Urbit sui grandi temi dell’urbanistica contemporanea.

Quella dell’Osservatorio è una fotografia che indica con chiarezza come il capoluogo lombardo non si proponga, oggi, come un luogo a misura di giovani. I dati indicano, peraltro, che Milano risulta al 100esimo posto nel Paese per canoni di locazione offerti ed è, parimenti, tra le città dove l’incidenza media dell’affitto sul reddito corrente pesa di più, gravando per il 62% nel 2022.

In questo quadro impatta negativamente anche la carenza di posti letto nelle residenze universitarie, che dovrebbero corrispondere almeno al 20% degli studenti fuori sede, ma che in Italia si attestano sulla metà (a Milano sono 16mila circa).

“Una dinamica – commentano Alessandra Oppio e Marta Bottero – rispettivamente in Urbanpromo come presidente Siev e direttrice della rivista “Valori e valutazioni” – che richiede un intervento irrimandabile e congiunto da parte del governo, delle università, degli operatori immobiliari. Ci troviamo di fronte ad una forte esigenza abitativa che resta inevasa, ancor più grave se si pensa che il diritto all’abitare è una componente essenziale del diritto allo studio”.

Nell’attesa, le città universitarie sono chiamate a ripensare modelli che rischiano di farle affondare: “Nel lungo periodo, la rinuncia a spostarsi dettata da impossibilità economiche e la crisi demografica globale possono produrre una desertificazione dei nostri centri. Una strada per arginare il problema, nel breve periodo, può essere quella del recupero funzionale di edifici sfitti o dismessi, da proporre a prezzo calmierato”.

 

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