10/05/2019
Dalla riparazione dei treni alla generazione e alla rigenerazione delle idee. E’ affascinante l’evoluzione delle Officine Grandi Riparazioni (il progetto ha preso parte all’ultima edizione di Urbanpromo), uno dei simboli della vocazione e della storia industriale di Torino.  Vi si scorge in controluce il cambiamento di una città intera che pur non rinnegando la sua natura produttiva e operaia investe e punta sull’innovazione. L’edificio a forma di H fu costruito tra il 1885 e il 1895 e adibito per un secolo alla manutenzione dei treni. Nel 2013 la società consortile OGR-CRT, detenuta per oltre il 50% dalla Fondazione CRT, ha acquistato da RFI l’area di 35.000 mq, per riqualificarla con un investimento di 100 milioni di euro, in collaborazione con il Comune e la Soprintendenza. Le nuove Ogr sono state inaugurate nel settembre del 2017, al termine di 1000 giorni di cantiere su un’area imponente, all’insegna della sostenibilità.

Le molteplici destinazioni d’uso (le mission delle rinate OGR), definite nella Convenzione stipulata nel maggio 2013 con la Città di Torino e aggiornata nel maggio 2017, fanno delle nuove Officine l’unico esempio di riconversione industriale in Europa con più  “anime” che si integrano tra loro come un ecosistema per lo sviluppo e la crescita del capitale culturale, sociale ed economico del territorio: la ricerca artistica in tutte le sue declinazioni, l’innovazione scientifica, tecnologica e industriale, l’enogastronomia con attività di somministrazione di food & beverage volte a valorizzare, in particolare, le produzioni a filiera corta (nel Transetto).

Si legge nella presentazione del progetto presentato a Urbanpromo: “In continuità con il loro passato, le nuove OGR sono un laboratorio in cui lavoro e creatività si mescolano e in cui si integrano tre anime: promozione di bellezza, cultura e conoscenza in campo umanistico; sviluppo dell’innovazione, della ricerca e dell’imprenditoria high-tech; eccellenza enogastronomica”.

Le OGR sono diventate un centro di produzione e sperimentazione culturale tra i più produttivi e dinamici a livello europeo. Così su un’area complessiva di circa 9.000 metri quadri (200 metri di lunghezza), ospitano, in continua rotazione, mostre, spettacoli, concerti – dalla musica classica a quella elettronica – eventi di teatro, danza e persino esperienze di realtà virtuale immersiva, in una vera e propria digital gallery.  Sono state realizzate ed esposte opere site – specific di William Kentridge, Patrick Tuttofuoco, Arturo Herrera, Liam Gillick; hanno visto la luce le mostre personali di alcuni dei più importanti nomi dell’arte contemporanea, come Tino Sehgal, Susan Hiller, Rokni Haerizadeh, Mike Nelson, Ari Benjamin Meyers, Pablo Bronstein e si sono avvicendati protagonisti eterogenei della scena musicale internazionale – dai The Chemical Brothers ai Kraftwerk, da John Cale ai New Order, da Alva Noto a Michael Nyman, da Jeff Mills a Jason Moran – e sono sorte inedite partnership con progettualità oltre confine, come il Manchester International Festival e il Warm Up (MoMA PS1) di New York.

Quest’anno, in un’area attraversata da una promenade di circa 200 metri che mantiene l’immagine storica della navata centrale nella propria integrità, inoltre le OGR rafforzeranno la propria vocazione innovativa. La nuova identità del luogo sarà quella di polo internazionale per acceleratori di imprese, laboratori di ricerca e centro sui Big Data in collaborazione con ISI Foundation e Politecnico di Torino. Qui startup, scaleup e imprese potranno svilupparsi con il supporto di partner strategici, tra cui Endeavor e BEST: il programma bilaterale Italia – Usa per promuovere la cultura imprenditoriale high – tech e costruire un ponte tra la Silicon Valley e Torino.

Infine tra le due Officine Nord e Sud, in corrispondenza del Transetto, c’è un ampio spazio di circa 2.000 metri quadri con mezzanino dedicato al gusto: si chiamerà simbolicamente Snodo, con un forte legame con la filiera enogastronomica piemontese.

L’operazione di riqualificazione delle Ogr ha avuto anche un impatto importante sugli spazi della città di Torino, arricchendo e completando la nuova configurazione urbanistica dell’ambito “Spina 2”, l’asse di sviluppo nord – sud della città generato dalla costruzione del Passante ferroviario.  Il riordino urbanistico di questa parte di città – per la cui attuazione la Fondazione CRT ha affiancato il Comune di Torino – vede anche la creazione ex novo di due piazze pubbliche.

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