26/06/2018
Tra i progetti che hanno partecipato all’ultima edizione di Urbanpromo c’è “T3T Rigenerazione Analogica 4.0”, che riguarda un’area della città di Roma. Ne abbiamo parlato con il coordinatore e titolare dello studio di architettura “ADLM”, che ha curato la progettazione, Maurizio Moretti, che lo definisce in premessa “qualcosa di più di un progetto di ristrutturazione urbanistica, va oltre i limiti di un perimetro di programmazione e soprattutto abbraccia tematiche interdisciplinari che puntano a realizzare un modello di gestione, non solo del processo di trasformazione, ma di vita del quartiere prima, durante e dopo la trasformazione”. Fondamentale per Moretti, e alla base dell’ideazione e della formazione del progetto, il trinomio “Pubblico – Privato – Comunità”, oltre che la convinzione che la rigenerazione di una parte di città come nel progetto in questione debba determinare una vera e propria “Riconsegna Urbana, recuperando come obiettivo primario il processo logico e le condizioni temporali che ogni luogo mostra con la sua storia”.

 

Ci spiega innanzitutto come e quando nasce il progetto, con quali obiettivi?

Il progetto “Tor Tre Teste”, abbreviato da tempo all’interno del nostro studio in “T3T” è nato oramai qualche anno fa in risposta all’esigenza di rispondere alla necessità di dismettere un’industria metallurgica inglobata in un contesto urbano che ha ho ormai cambiato funzione.  La città di Roma nel suo trasformarsi si è espansa e l’attività produttiva originaria dell’area non era più compatibile con un contesto, prima produttivo e industriale, ed ora quasi totalmente residenziale e commerciale. Tutto avviene nel periodo tra la fine del decennio 1980/90 e i primi anni 2000. T3T, prende atto del cambiamento e nasce in risposta alle intenzioni pubbliche dell’Amministrazione di avviare un processo di ristrutturazione urbana dei quartieri: sono gli anni del nuovo piano regolatore, tra il 2003 ed il 2008, e la programmazione complessa, principalmente con i programmi integrati – detti PrInt – si presenta come lo strumento principale di attuazione del Piano negli ambiti da ristrutturare.  La Società Proprietaria dell’area – la Manlio Cantarini s.r.l. – comprende l’importanza dell’operazione e risponde alla chiamata pubblica dell’Amministrazione, sollecitandone l’attuazione, è l’anno 2006.  Purtroppo le fasi iniziali dell’attuazione del Piano sono lente e nel 2011, con l’intenzione di differenziarsi sul mercato, la stessa Società Proprietaria, cambia obiettivo e mi affida il compito di presentare un nuovo progetto al Comune di Roma, programma integrato anch’esso per la realizzazione di un importante brano di città con una significativa quota di Social Housing da convenzionare. Il progetto presentato ad Urbanpromo 2017 è l’esito di un percorso di adattamento alle nuove condizioni urbane dell’intero ambito, che dal 2006 ad oggi, ha informato e conformato il progetto attuale.  Il programma d’intervento, negli anni si è arricchito di diversi fattori. Tralasciando la componente morfologica e tipologica, la rigenerazione analogica “in chiave 4.0” è un processo, un processo di riconsegna al quartiere di funzioni pubbliche e di spazi fino ad ora privati che si dispongono alla trasformazione urbanistica. Con la committenza abbiamo immaginato, sempre restando all’interno delle regole urbanistiche ed edilizie, di realizzare un “eco-distretto urbano”, funzionante, ma anche dimostrativo e didattico della propria efficacia: modello ripetibile ed esportabile ad altre occasioni progettuali. T3T è un progetto che si realizza e si racconta attraverso fasi conseguenti e interrelate nello stesso tempo, ancor prima di prendere forma attraverso un programma di utilizzo temporaneo degli spazi pubblici e privati; nel progetto vogliamo accompagnare le scelte di trasformazione urbana utilizzando gli spazi già disponibili, interni ed esterni, per attivare un percorso di uso temporaneo a rotazione, mettendo a disposizione di stakeholder e altri attori del territorio, diversi punti d’incontro, di informazione, di laboratorio e studio, per eventi artistici, sperimentazioni tecnologiche e di urbanistica attiva.

Quale è l’area interessata a Roma, quali sono le caratteristiche e i limiti della stessa?

Il progetto interessa un’area di oltre 4,5 ettari all’interno del Municipio V di Roma, nel quadrante est della Città.  Ci muoviamo all’interno di un ambito di riqualificazione urbanistica ben preciso, il Programma Integrato “Casilino – Tor Tre Teste”, area ex produttiva lungo la Via Casilina. E’ un quadrante di Roma che ha subito negli anni un forte sviluppo residenziale ma allo stesso tempo ospita numerose eccellenze e particolarità della Città: in ordine sparso e non per importanza, la seconda università di Roma (Ateneo Tor Vergata), il Campus Biomedico, il Policlinico Casilino, la Tenuta Agricola della Mistica con i resti ben visibili dell’acquedotto Alessandrino ed il Parco archeologico di Cento Celle e recentemente è finalmente servito dalla rete Metropolitana della Linea C , che lo collega con la città storica e i suoi servizi in pochi minuti.

Può elencare le principali innovazioni del progetto, e soprattutto i miglioramenti rispetto alla conformazione e alle caratteristiche attuali?

 Come detto in premessa, T3T è prima di tutto un atto di Riconsegna, ci tendo a sottolinearlo. Un progetto di rigenerazione urbana non può essere altrimenti. Il progetto deve lavorare sul presente prefigurando anche le trasformazioni future, anche quelle che possono metterlo in crisi. Il progetto è inteso come un processo, percorso di esperienze urbane ed edilizie che non tiene solamente conto della parte realizzativa, ma si concentra anche su quegli aspetti “di mezzo” che vanno dalle decisioni, passando per l’attesa della prima pietra, alla realizzazione dell’intero quartiere e proseguendo anche oltre.

Quale strategia si mette in campo?

 Abbiamo deciso di mettere in campo una strategia integrata in senso ampio. Il progetto non si ferma all’interno di un perimetro di proprietà se non per la parte costruita in senso stretto. Ad esempio il futuro eco-distretto urbano coinvolgerà anche le aree vicine e soprattutto la Tenuta della Mistica, una importante area verde urbana per attivare un progetto complementare di Short Rotation Forestry inquadrata in uno schema di riconversione dei terreni agricoli attualmente non produttivi, sulla base di una politica energetica di filiera corta. Come si può notare il progetto è costruito su una filosofia e su un concetto di rigenerazione urbana a 360 gradi.

A che punto siamo con le procedure di realizzazione? Quando è previsto il fine lavori?

T3T è in fase avanzata di attuazione. Al momento è in fase di istruttoria presso gli Uffici del Dipartimento di Programmazione Urbanistica di Roma. Il Municipio ha già espresso il proprio parere di competenza anche in merito alle opere pubbliche che coinvolgeranno l’intero contesto.

Ritiene che il progetto proponga metodo e azioni che sono replicabili altrove?

Assolutamente sì. È questo l’obiettivo. Il progetto come detto nasce dalla riconversione di un’area industriale. In questi anni, e la partecipazione a manifestazioni come Urbanpromo lo dimostrano, abbiamo cercato di mettere in campo un modello. Anche gli incontri avuti con l’Amministrazione, sia come ente locale – il Municipio – che con il dipartimento centrale di Roma, sono stati incentrati sulla possibilità di sperimentare un metodo non tanto di costruzione, quanto di gestione del processo.  Credo sia necessario e ineludibile uscire dalla logica tradizionale del progetto e della sua realizzazione e andare oltre includendo anche tutte le fasi:  ante, post e come spesso ormai si sente dire in-between. E’ l’unico modo per poter attuare, anche in una città complessa come Roma, una strategia di rigenerazione urbana che metta alla base di tutto l’interesse pubblico delle trasformazioni urbane. Naturalmente, mi sento di dire che, in questo caso non c’è una visione utopica alla base della proposta, il soggetto proponente vuole portare avanti un progetto imprenditoriale basato su un rigoroso business-plan consapevoli che c’è oramai la necessità di diversificare le tipologie di investimento in ambito urbano.

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