Maurizio Tommazzoni, Sandra Vecchietti, INU


L’energia appare sempre più essere elemento fondamentale per le società “avanzate”, necessario in ogni settore di sviluppo come nella vita quotidiana. Le società oggi, ed in particolare le città, dipendono interamente dall’energia ed ogni suo blocco blocca a sua volta la vita stessa della comunità. Oggi e sempre più, dall’energia dipendono tutte le risorse primarie e la stessa acqua. Le guerre in atto, in particolare la guerra in Ucraina, dimostra come ad essere colpite non sono le fonti idriche o gli stessi campi agricoli, ma le forniture energetiche che permettono l’utilizzo stesso delle fonti primarie. La risposta al costante aumento della richiesta di energia unitamente alla necessità di legare la produzione dell’energia alla transizione ecologica, ha fatto si che la produzione di energia da fonti rinnovabili si sta sviluppando in modo esponenziale ma senza una regia territoriale, ove i “piani di settore” prevalgono interamente sulla pianificazione territoriale ed anche urbana.

Le direttive nazionali sono prevalentemente di tipo tecnico e normativo, spesso condizionate dalla necessità di approvigionamento a fronte di una domanda in costante aumento, pertanto la riflessione legata al tema dell’uso del suolo, o degli impatti visivi o dell’inquinamento da elettromagnetismo, non sono valutati sufficientemente. Energia da idroelettrico, da fotovoltaico o eolico o altre sperimentazioni producono un impatto sul territorio non solo visivo, ma pongono da sempre, ed oggi sempre più, problemi all’abitabilità, all’uso dei suoli agricoli, agli attraversamenti dei cavidotti anche in aree naturali o protette. Con le comunità energetiche che sono già in via di sperimentazione, si apre la possibilità e capacità che esse divengano autonome (isole) e quindi in qualche modo possano sganciarsi dalla rete di trasporto energia, e di conseguenza influenzare l’occupazione di suolo che richiederebbe l’eolico od il fotovoltaico, per poter fornire energia ad un intero paese o comunità. Non hanno però alcuna incidenza dal punto di vista della pianificazione, sui progetti di collegamento e delle reti, ovvero sulla gestione di energia senza i grandi gestori, che impongono degli standard tecnici e normativi, che rispondono sostanzialmente al criterio di miglior rapporto economia-efficienza.

I temi della produzione energetica attraverso fotovoltaico ed eolico, che dal punto di vista della trasformazione del paesaggio sono oggi i più impattanti, si uniscono a quello della produzione energetica idrica che però oggi appare giunta ad un limite, poiché le produzioni energetiche di grandi capacità comportano l’utilizzo o la formazione delle reti ad alta capacità e dei loro cavi e piloni che attraversano non solo città o paesi di fondovalle condizionandone spesso la crescita, ma anche territori incolti, boschi ecc. e che di fatto hanno caratterizzato molti territori e condizionano tutt’ora il paesaggio. Questo rappresenta l’altro aspetto della gestione dell’energia e della necessità della fruizione, e riguarda i territori non abitati ed uno sfruttamento del suolo finora mai preso in considerazione. Riguarda aspetti di inquinamento, uso del suolo, fragilità e vulnerabilità dell’impianto.


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