21/04/2018
Tra i progetti disponibili nella gallery di Urbanpromo c’è il Piano strategico del Comune di Ancona. Un documento di programmazione che ambisce a delineare “la missione e la fisionomia della città di qui al 2025; è un patto stretto tra amministratori, cittadini e portatori di interesse, che si assumono la responsabilità di quanto emerge nel corso del processo”. 

Centrale nella redazione del Piano è quindi il processo partecipativo, che è durato due anni ed è stato attivato dal Comune in sinergia con  l’Autorità di Sistema Portuale, la Camera di Commercio e l’Università Politecnica delle Marche. Al centro del Piano Strategico le progettualità che insistono sulla “cerniera” tra mare e terra: l’esigenza di migliorarne la connessione è emersa con forza proprio durante il processo partecipativo. Cinque i riferimenti spaziali dei progetti messi a sistema dal Piano: Lungomare Nord; dalla Palombella agli Archi; La Mole; Passeggiata da mare a mare; Porto Antico e ITI Waterfront.  Ida Simonella, assessore del Comune di Ancona con delega proprio al Piano strategico, ha risposto ad alcune domande di approfondimento.

Il Piano strategico è per sua stessa definizione uno strumento a “lunga gittata”. Da dove nasce l’esigenza di costruirlo?

Ancona è una città complessa, ha vissuto dei traumi enormi come il terremoto del 1972, la frana del 1981 a Palombella, alcune vicende amministrative che l’hanno segnata nei primi anni 2000, commissariamenti che hanno rischiato di condannarla a essere una città ferma. Ci sono stati inoltre cambiamenti legati all’economia in virtù della crisi, il porto che crea della potenzialità ma anche dei problemi legati alla sua stessa presenza. Era necessario ricostruire un orizzonte di medio termine per capire dove andare a intervenire.

Si legge nella presentazione di un importante ruolo del processo partecipativo. Come è stato impostato, con quali finalità e attori?

Abbiamo ascoltato professionisti, stakeholder, ma naturalmente anche i cittadini: alla giornata di ascolto dedicata hanno partecipato in oltre trecento. Abbiamo raccolto le istanze e  le esigenze e ci siamo indirizzati nella direzione di una ricucitura tra la città e il mare. Ancona è una città di mare. A causa delle esigenze delle attività portuali, non esisteva in cui lungomare in cui recuperare rapporto della città del mare. Su questa ricucitura abbiamo costruito le nostre progettualità, a partire da fondi e risorse possibili. Le istanze sono state costruite partecipando a bandi e costruendo partnership. Abbiamo recuperato oltre 70 milioni di euro.

Il processo partecipativo ha messo a fuoco qualche esigenza in particolare, ha modificato l’impostazione di partenza? 

Sicuramente è emerso con forza il tema accennato della ricucitura tra città e mare e un richiamo ai temi della sostenibilità: puntando a realizzare piste ciclabili e a sviluppare la mobilità elettrica abbiamo vinto altri bandi. Poi c’è da dire che l’open space di ascolto si è svolto due mesi dopo la riapertura del porto antico, nel momento in cui quel luogo veniva restituito alla città: questa circostanza ha spinto i cittadini a lanciare proposte ed esigenze per completare la ricucitura.

Quali trasformazioni e azioni mette in campo il Piano strategico? 

Cito  l’interramento del lungomare nord, che consentirà la velocizzazione della linea ferroviaria, ma anche uno smart park con una pista ciclabile che collegherà il centro cittadino con quartieri periferici come Colle Marino e Torrette, caratterizzati sinora dalla separazione dal centro a causa della presenza di un’area a rischio idrogeologico: la ciclabile passerà proprio qui. Poi c’è la riqualificazione del quartiere degli Archi, il quartiere storico dei pescatori, anche attraverso interventi di tipo sociale, come il social lab.

 Si possono fare esempi di progetti simbolici o principali?

Torno sulla riqualificazione del quartiere degli Archi, che è il cuore identitario della nostra città: chi viene dagli Archi è l’anconetano storico. Riqualificare quella passeggiata significa darle un lustro particolare.

A quale direzione di sviluppo si vuole arrivare, secondo quali assi?

Sia la riqualificazione che il consolidamento del rapporto positivo con il porto, fondamentale per lo sviluppo cittadino,  oltre al rapporto con l’Università. Vogliamo diventare sempre più un centro di innovazione, di sviluppo, ricerca.