30/03/2021
Una proposta basata sull’alleanza tra pubblico e privato per rigenerare i quartieri ERP a Milano. L’hanno presentata a Urbanpromo Progetto CMR e l’ingegnere Giovanni Verga, già Assessore all’Urbanistica del Comune di Milano e Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano. “Al centro della proposta, che punta a definire un vero proprio modus operandi per la rigenerazione urbana – si legge nella presentazione – ci sono 7 ambiti/quartieri di edilizia popolare, nel Comune di Milano, individuati sulla base di caratteristiche e necessità di intervento simili. Questi quartieri richiedono oggi cospicui interventi di riqualificazione strutturale e presentano difficoltà sociali dovute alla carenza di servizi, spazi verdi e centri di aggregazione, in un contesto di forte marginalità. Allo stesso tempo, però, si tratta di aree già interessate da numerosi collegamenti infrastrutturali con il resto della città, e per questo presentano un forte potenziale di sviluppo”.

Il caso pilota di esempio e approfondimento è stato sviluppato sul quartiere di San Siro. Spiega Massimo Roj, amministratore delegato di Progetto CMR: “E’ un caso limite perché è stato costruito tra le due guerre, spesso con materiali scadenti, e a distanza di tanti anni la situazione appare critica. Per poter definire una strategia di indirizzo programmatico per un processo di rigenerazione urbana delle aree individuate si può fare leva sul Piano di governo del territorio”, in particolare sulle disposizioni che consentono che in alcune zone, in presenza della proprietà pubblica e di nuclei ben serviti dal trasporto pubblico, si possano sviluppare attività di demolizione e ricostruzione con realizzazione di nuovi spazi e servizi. Il PGT stabilisce infatti che l’edilizia sociale e popolare dal punto di vista urbanistico rientra nella categoria dei servizi, e perciò non aumenta la quota di superficie lorda. Questo consente a valle della demolizione oltre alla restituzione della stessa quantità di alloggi sociali ma nuovi la realizzazione di edilizia libera affiancata da attività commerciali e strutture per lo sport, la salute, l’educazione. La maggiore densificazione, e quindi l’opportunità di “andare in altezza”, possibile a patto che sia presente il collegamento con il trasporto pubblico, fa in modo che una quota cospicua di aree si liberi inoltre per la sistemazione a verde. Nel caso pilota di San Siro l’area riservata a parco verrebbe addirittura decuplicata rispetto alla situazione attuale.

La partnership pubblico – privata nella proposta parte dalla Pubblica amministrazione che definisce un percorso, individua su quali delle aree si può intervenire, predispone un piano di intervento, ottiene i titoli edilizi, fa una gara di interesse pubblico presso il committente privato che sviluppa i progetti con le regole dettate.

Dopo il termine dei lavori, che si svilupperebbero gradualmente in modo da ridurre i disagi per i residenti, Roj spiega che “si passerebbe da una situazione monofunzionale e monosociale a un processo di inclusione dotato di tutte le funzioni come la sanità, la scuola, lo sport. Nascerebbero quartieri integrati e la quota di edilizia libera permetterebbe di scongiurare l’effetto ghetto”.

Si sono per la presentazione della proposta già svolti incontri con il Comune di Milano. Come osserva l’ing. Verga: “La proposta di rigenerazione qui studiata e illustrata è metodologica ed indica dei criteri, non entra volutamente nei dettagli perché dovrà, di volta in volta, essere progettata nel contesto territoriale che, per sua natura, originalità e composizione è un insieme sì, ma sempre diverso e che necessita di essere trasformato per rispondere alle esigenze che il divenire della società impone. Ci sono quartieri interi che meritano di essere affrontati con urgenza e prontezza: non dimentichiamo, infatti, che rigenerazione non è soltanto una operazione urbanistico-edilizia ma, nella sostanza, è una vera operazione sociale di riscatto di brani di Città che devono diventare i ‘nuovi luoghi dell’abitare’ a Milano”.

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