17/06/2017
Sul progetto Futur–e di Enel, disponibile nella gallery di Urbanpromo, che punta alla riconversione di 23 centrali non più attive, l’intervista a Marco Fragale, Responsabile  Enel Business Development Europa e Marocco e Progetto Futur-e Global Thermal Generation.

 

Sono passati otto mesi dalla presentazione del progetto alla Triennale di Milano. Possiamo riepilogarne brevemente gli obiettivi e la filosofia di base?

Futur-e nasce dalla consapevolezza che il settore elettrico sta vivendo un profondo e rapido cambiamento. Rispetto a pochi anni fa consumiamo meno energia, lo facciamo in modo più efficiente e utilizziamo sempre di più le fonti rinnovabili per produrla. È quindi giunto il momento per pensare al futuro di quelle centrali termoelettriche che, in questo scenario, hanno esaurito il loro ruolo o stanno per farlo. Enel ne ha individuate 23, e ha scelto di trasformare la chiusura delle centrali in nuove opportunità, non limitandosi, quindi, a chiuderle o a cercare acquirenti: l’obiettivo è ripensare l’utilizzo dei siti delle centrali in modo da generare valore condiviso per i territori, individuando soluzioni e progetti che guardino anche al di fuori del settore energetico e rispondano a criteri di innovazione, sostenibilità sociale, ambientale e finanziaria, oltre ad applicare principi di economia circolare.

Il progetto coinvolge 23 impianti. Per quanti di essi la procedura può dirsi conclusa? Per gli altri, a che punto siamo?

Per due impianti è stata già definita la strategia: il sito di Porto Marghera è stato ceduto a tre soggetti industriali, che amplieranno le proprie capacità logistiche e le proprie attività, con investimenti associati che determineranno un importante indotto economico e occupazionale a beneficio dell’area. Per la centrale di Assemini è stato conservato un ruolo nel sistema energetico: l’impianto può intervenire in caso di necessità per il mantenimento della stabilità della rete elettrica sarda. A breve contiamo di poter definire anche le soluzioni anche per Augusta e Carpi, per i quali il lavoro è già in fase avanzata.
C’è poi il capitolo dei “concorsi di progetto”, conclusi per Rossano e Montalto, dove sono ora in essere le trattative con i progetti selezionati dalla Commissione Giudicatrice, e in corso per ulteriori quattro siti inclusi in Futur-E: Porto Tolle, Trino Vercellese, Bari e Bastardo. Si tratta di procedure trasparenti e aperte a tutti i soggetti interessati, volte a individuare, con il coinvolgimento del territorio, progetti concreti per consentire una conversione sostenibile degli impianti. Tali procedure, avviate con il supporto del Politecnico di Milano, verranno lanciate su ulteriori siti nel corso del 2017.  Ogni passo del progetto Futur-E viene condiviso anche attraverso il sito dedicato, dove è possibile approfondire la storia di ogni impianto e seguire l’evoluzione verso la costruzione del suo futuro.

Futur – e è un progetto che punta molto al coinvolgimento delle comunità e dei territori di riferimento. Alla luce delle esperienze in campo, e dei mesi trascorsi, possono essere individuate delle procedure, degli usi, delle richieste in qualche modo ricorrenti o prevalenti?

Futur-e è un progetto, ma possiamo definirlo ormai anche un “metodo”: si tratta del primo caso al mondo in cui un’azienda lancia un programma di riconversione di impianti su così larga scala innestandovi principi di sostenibilità ed economia circolare, e ormai ci succede sempre più spesso di essere invitati a raccontare questo percorso in contesti internazioni come esempio di “best practice”. Questo proprio grazie agli elementi che accomunano tutte le diverse strategie adottate per i siti: coinvolgimento del territorio, procedure volte a garantire la sostenibilità dei progetti e il riutilizzo delle strutture esistenti e soprattutto l’idea che solo con la collaborazione di tutti gli stakeholder è possibile trasformare quello che in termini industriali potrebbe rappresentare una criticità, come la chiusura in un impianto, in una nuova opportunità. Per quanto riguarda le soluzioni per i siti, l’elemento comune delle proposte che riceviamo è la volontà di valorizzare l’area e parte delle strutture già esistenti, vestendole di funzioni completamente nuove all’insegna della sostenibilità. Un dato interessante che abbiamo avuto modo di constatare è che in alcuni casi chi ha un progetto da proporre per le centrali intende mantenere l’iconicità dei luoghi, seppure pensando ad utilizzi completamente diversi dalla produzione energetica e in generale da attività industriali.

Cosa si aspetta Enel a valle di Futur -E? E’ possibile, già da ora, individuare delle indicazioni emerse che stanno orientando future scelte o progetti dell’azienda?

Futur-e rappresenta un esempio della “visione” di Enel e delle strategie già lanciate dall’azienda per i prossimi anni: una visione partecipativa improntata alla massima condivisione secondo l’approccio “Open power”, uno sviluppo tecnologico improntato a innovazione e sostenibilità, la completa decarbonizzazione del parco impianti entro il 2050 e la crescita delle rinnovabili.

 

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