03/11/2016
Da Cagliari a Milano, prosegue il viaggio del Progetto Paese. Lo scorso aprile l’Istituto Nazionale di Urbanistica ha dedicato il suo XXIX Congresso al lancio di un percorso di studio, ascolto e approfondimento che presenta al centro dell’elaborazione la disciplina stessa dell’urbanistica e del governo del territorio. Il Progetto Paese – così è stato intitolato anche l’evento di Cagliari – è un lavoro di “riassetto” dell’urbanistica, per renderla maggiormente al passo con i tempi e in grado di rispondere ai bisogni del Paese e della cittadinanza. 

 

In una logica di connessione operativa anche Urbanpromo, l’evento cardine nazionale sulla rigenerazione urbana che l’Inu organizza assieme a Urbit e che giunge quest’anno alla sua tredicesima edizione, ha ripreso il titolo e gli obiettivi di quel Congresso: Progetto Paese appunto, in modo che le proposte e i casi che saranno presentati alla Triennale di Milano dall’8 all’11 novembre prossimi (tanti gli ambiti tematici all’attenzione degli stakeholder e degli addetti ai lavori, dalla smart city alla sostenibilità energetica passando per il social housing e naturalmente per la rigenerazione urbana) siano spesi e messi a disposizione di quello sforzo di elaborazione.

Tra i numerosi convegni e incontri in programma a Milano, uno più di tutti sintetizza la connessione di intenti in nome del Progetto Paese: è il convegno “#progettaitalia: gli approcci per riqualificare le periferie d’Italia”, in programma giovedì 10 novembre. E’ proprio l’Inu che lo organizza, mettendo a confronto 18 dei 121 progetti con i quali le città metropolitane e i capoluoghi di provincia italiani hanno concorso al cosiddetto bando periferie, pubblicato nel giugno scorso sulla Gazzetta Ufficiale. Inizialmente il governo aveva messo a disposizione 500 milioni di euro per finanziare la realizzazione di progetti di rigenerazione urbana, solo quelli ritenuti migliori. Nel mese scorso il presidente del Consiglio ha annunciato che tutti i progetti troveranno risorse, per un ammontare complessivo di 2,1 miliardi di euro. Un’operazione nuova che mette al centro la rigenerazione delle nostre città.

Lungi dall’interpretare l’opportunità del 10 novembre come una mera esposizione dei progetti, l’Inu svolgerà una riflessione per sostenere l’efficacia di una nuova progettualità urbanistica in capo alle amministrazioni comunali.

La presidente Inu Silvia Viviani individua nel progetto urbano complesso e integrato un metodo che deve diventare ordinario e portare alla costruzione di un “parco progetti” valido per tutte le fasi di programmazione economica. Si potrebbe in questo modo innescare un circolo virtuoso, spiega Viviani: “Si potrebbe tentare la messa a sistema di progetti già disponibili con sperimentazioni che permettano di verificare le innovazioni strutturali da apportare alla disciplina urbanistica per promuovere misure materiali e immateriali di trasformazione sostenibile: nuovi standard anche per garantire sicurezza idrogeologica e sismica, bonifiche e prestazioni eco-sistemiche dei suoli, riqualificazione energetica estesa ad ambiti urbani, ri-urbanizzazione degli ambienti urbani inadeguati alla pressione dei cambiamenti climatici e riconversione ecologica degli spazi non costruiti, misure di animazione sociale e per l’occupazione giovanile, revisione della fiscalità locale e sostegni agli investimenti (come detrazioni per la riqualificazione energetica e fondi di rotazione  per la trasformazione di beni produttivi dismessi), modalità gestionali di un rinnovato welfare”.

Il progetto unitario – inteso come studio al contempo urbanistico, finanziario e amministrativo, nel quale sono integrati i parametri della qualità sociale ed economica degli interventi – andrebbe al centro del processo. In sintesi: qualità e fattibilità integrate in uno strumento che permetta di misurare la capacità di allocare risorse e praticare la cooperazione nella filiera pubblica.

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