01/10/2016
Cinque anni sono passati dalla prima edizione, nel 2011, di Urbanpromo social housing. A pochi giorni dall’apertura della due giorni torinese (6 e 7 ottobre a Torino, al Polo del ‘900) promossa da Urbit assieme a un ampio partenariato formato dalle organizzazioni più attive e innovative del settore, può essere utile volgere lo sguardo ai cambiamenti che sono occorsi in questo lasso di tempo nel campo dell’edilizia residenziale sociale. Se Urbanpromo social housing è nato infatti come un laboratorio e un osservatorio delle pratiche di un comparto che vedeva allora interessanti segni di costituzione e solidità tali da configurare un orientamento nuovo, si può affermare adesso che una piccola epoca è passata, e che nel mezzo ha manifestato i suoi gravi effetti una crisi economica che ha inciso sull’offerta e sulla domanda di alloggi sociali. L’housing sociale è oggi un altro, e la sesta edizione della manifestazione rifletterà proprio sulle novità che si stanno affermando.

Franco Landini, responsabile edilizia abitativa dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, a Torino, il 6 ottobre, coordinerà un convegno che esaminerà proprio uno dei motivi principali del cambiamento: il mutamento dei paradigmi e delle priorità del governo del territorio, che oggi guarda sempre di più alla rigenerazione urbana piuttosto che al consumo di suolo, porta con sé anche l’housing sociale e le sue caratteristiche. Spiega Landini: “Per social housing vogliamo intendere una tipologia di residenze in affitto destinate a una categorie di utenti che, pur non avendo i requisiti per avere diritto alle case popolari non hanno le risorse per accedere agli affitti di mercato: la cosiddetta fascia grigia. Storicamente questo tipo di costruzione è stato gestito dalle fondazioni bancarie prevalentemente nelle regioni settentrionali, ma un impulso alla costruzione di alloggi a buon mercato sul territorio nazionale è stato dato con la costituzione nel 2009 del Fondo Investimenti per l’Abitare  finanziato da Cassa Depositi e Prestiti”. Questo prima che “negli ultimi anni  mutasse rapidamente anche lo scenario di riferimento entro cui operare con il social housing: la crisi ha ridotto la cosiddetta fascia grigia spingendone una parte verso gli utenti dell’edilizia residenziale pubblica; il mercato degli affitti ha avuto una contrazione nei valori per cui è sempre più difficile costruire alloggi in affitto più bassi di un mercato in discesa. Ma soprattutto l’ambito di una eventuale ripresa edilizia è quello del non consumo di suolo, del recupero del patrimonio inutilizzato, della riqualificazione degli insediamenti. Insomma, della rigenerazione urbana. Il sistema delle fondazioni e dei fondi di Cassa Depositi e Prestiti si presenta quindi a Urbanpromo con un progetto di rinnovamento i cui capisaldi sono la capacità di far leva sulla rigenerazione urbana; aggiungere valore sociale ai propri interventi per contribuire alla coesione sociale, proporre tipologie innovative di residenza, dalle residenze temporanee al cohousing, integrate con servizi. Qualificare il social housing come contributo al miglioramento della qualità della vita”.

C’è anche un altro fattore che ha sta determinando il cambiamento del social housing, ed è legato alle innovazioni e alla tecnologia. Il processo e la nascita di piattaforme (come Uber e Airbnb) che rientrano nella vasta definizione di sharing economy stanno investendo anche l’abitare sociale. Gianluca Cristoforetti (Inu), tra i relatori della due giorni torinese di Urbanpromo social housing: “Si tratta di un processo necessario, ed oggi possibile, per costruire la sostenibilità degli interventi di edilizia sociale attraverso l’abilitazione di piattaforme di comunità in grado di ridefinire i servizi alla persona, così come generare economie in materia di energia, smaltimento, mobilità. Questo modello, messo in relazione all’uso di un driver semplice come l’applicazione di premialità per comportamenti virtuosi, dei singoli e delle comunità di residenti, è una possibile strategia per fare di più, con meno”.

Una ulteriore direttrice di mutamento – se ne parlerà nel capoluogo piemontese in un convegno incentrato sulla gestione sociale – è quella a dire il vero che vede il suo graduale sviluppo nell’arco di diversi anni. Spiega Landini: “All’obiettivo di costruire alloggi il cui affitto fosse più basso degli affitti di mercato, si sono associati nel tempo obiettivi di qualificare gli interventi stessi dal punto della gestione sociale, della costruzione di comunità di abitanti, e di differenziare anche le tipologie abitative introducendo alloggi per la residenza temporanea, e relativi servizi”.  L’housing sociale, insomma, è un processo vivo, in divenire. L’ambizione di Urbanpromo social housing è di fornirne una visuale competente ed esaustiva. Appuntamento a Torino, 6 e 7 ottobre, al Polo del ‘900.

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