Il nuovo Piano di Pordenone diventa, in coerenza con le direttive politiche, un progetto di rigenerazione urbana esteso all’intera città.
La stasi della crescita urbana generata dalla crisi economica e la conseguente mancanza di prospettive di sviluppo, richiedono un nuovo approccio in grado di valorizzare le risorse e le energie della città.
In passato i piani gestivano la crescita delle città mentre oggi devono reinterpretare la propria funzione, attivando nuove filiere economiche e di sviluppo urbano sostenibile.
Gli interventi del nuovo Piano di Pordenone sono stati impostati su 3 asset strategici da attivare sul territorio:
Il primo asset riguarda l’uso delle ecotecnologie. Il territorio di Pordenone è ricco di risorse rinnovabili che possono diventare il volano per un nuovo sviluppo urbano fortemente orientato verso l’autonomia energetica.
Il nuovo Piano approfondisce il tema dello sfruttamento dell’acqua quale fonte di energia semi-collettiva; da un lato punta al recupero ecologico del fiume Noncello e dall’altro sulla produzione di energia attraverso l’utilizzo dei salti d’acqua e l’impiego semi-collettivo delle pompe di calore.
Il secondo asset riguarda il patrimonio edilizio. L’impostazione del Piano attraverso la “carta geoenergetica e la “carta del consumo energetico degli edifici ” individua le aree prioritarie della città su cui programmare i primi interventi di rigenerazione.
Il terzo asset sono le aree dismesse, ad esempio i cotonifici. Il piano promuove regole che semplificano e accelerano gli interventi di miglioramento urbano delle aree dismesse attraverso la loro messa in sicurezza. Nel periodo di attesa della trasformazione definitiva, queste aree possono ospitare funzioni temporanee per il tempo libero, diventare centrali energetiche grazie alle energie rinnovabili, attuare politiche di rinaturalizzazione per aumentare la biodiversità urbana.
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