Sala del ‘900, ore 14.30 – 18.30
Pare indispensabile identificare quando si possa definire “un successo” un’iniziativa di social housing, in quanto è inevitabilmente forte l’autoreferenzialità dei soggetti attuatori e le conseguenti possibili, se pur involontarie, deformazioni de giudizio. Per impostare l’analisi sono stati quindi evidenziati alcuni punti che emergono dall’esame di un set di informazioni relative ad un campione di 11 interventi, oltre che dalle conoscenze specifiche dei membri del gruppo di lavoro. L’obiettivo è quello di avviare un dibattito tra stakeholders, professionisti ed operatori per arrivare a meglio delineare alcune indicazioni per un possibile format di interventi di housing sociale efficace ed efficiente. Si tratterebbe cioè di delineare un modello di intervento, seppur senza eccessive rigidità, che costituisca una risposta non episodica al disagio abitativo per segmenti di famiglie. L’ordine con cui tali fattori vengono elencati indica un sorta di priorità in termini d’importanza che può, ovviamente, essere revisionata, integrata e rimodulata.
Tematismi emersi:
1. Gestione: dai dati esaminati risulta come nel 70% dei casi il gestore sociale non si assuma rischio di impresa. E’ un fatto inevitabile? E’ da considerare negativamente o positivamente? Esiste un soggetto-tipo ?
2. Canoni: i canoni convenzionati sono significativamente inferiori ai valori di mercato, anche se appare difficile (vista la disomogeneità presente nei singoli interventi) quantificare le quote relative. Su questo punto, certamente positivo, è possibile intervenire per un ulteriore miglioramento? Ad esempio per diminuire la disomogeneità?
3. Tempistiche: qui emerge la lunghezza e farraginosità del processo di selezione, avvio e completamento degli interventi. I tempi infatti sono circa il doppio di quelli previsti per una edilizia privata. I ritardi si accumulano nella prima fase, fino all’avvio del cantiere. E’ inevitabile? Quali possono essere misure atte a migliorare queste tempistiche?
4. Dimensione degli interventi: la dimensione è estremamente variabile (da 20 alloggi a oltre 300). Questo da un lato può apparire un problema, ma dall’altro mostra una capacità di intervento diffusa territorialmente, sia nelle grandi, sia nelle medie città. Cosa ne pensate?
5. Green/brownfields: emerge come sul numero di interventi è netta la prevalenza di quelli brownfield, mentre dal lato degli alloggi prevale il greenfield. Altro elemento riguarda i costi di realizzazione: gli interventi brownfield di recupero presentano un costo superiore a quelli ex novo ed in genere la classe energetica è più bassa.
PROGRAMMA
Introduce e modera
Franco Prizzon, Comitato tecnico di valutazione, Programma Housing della Compagnia di San Paolo
Interventi di:
Antonio Fassone, Fondazione Sviluppo e Crescita CRT
Elio Morino, INU
Partecipano al dibattito:
Comuni: Marco Guerzoni (Comune di Bologna), Franco Zinna (Comune di Milano)
Regioni: Giovanni Gaggero (Assessorato Urbanistica e Territorio, Regione Liguria)
Aziende Casa: Marco Corradi (Presidente ACER Reggio Emilia),
Noemi Gallo (Consigliera di Amministrazione ATC Torino)
Gestori sociali: Mario Ferretti (Amministratore Delegato Sharing Srl), Alessandro Maggioni (Presidente Federabitazione Confcooperative), Massimo Rizzo (Vice Presidente Legacoop Abitanti, Presidente Cooperativa Di Vittorio), Mirella Violato (Consorzio Oplà)
SGR: Livio Cassoli (CDP Investimenti Sgr), Fabio Carlozzo (investirRE Sgr), Oronzo Perrini (REAM)
Interventi del pubblico
Sessione a cura del Gruppo di lavoro: Antonio Fassone (Fondazione Sviluppo e Crescita CRT), Franco Prizzon (Compagnia di San Paolo), Elio Morino (INU)
Per questa iniziativa è stato ottenuto il riconoscimento di CFP presso gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Torino.