Oggi lo definirebbero “archistar”: era Filippo Juvarra, il grande messinese che all’inizio del ‘700 fu chiamato alla piccola corte di Torino. Con le sue opere diede alla città subalpina l’orgoglio e l’ambizione di una vera capitale. Tra i suoi numerosi lavori firmò anche i due palazzi simmetrici dei “Quartieri Militari”, una meraviglia di eleganza ed efficienza. Dopo i fasti, il declino: dagli anni ’70 del ‘900 hanno subito decenni di abbandono, trascinando nel degrado anche l’area urbana limitrofa. Ma oggi ritornano a rappresentare l’orgoglio e l’ambizione di Torino e del Piemonte: trasformati in un luogo che è riduttivo definire semplicemente un nuovo centro culturale, sono diventati il “Polo del ‘900”, uno spazio di pensiero, di dialogo e di confronto, aperto a tutta la comunità, rivolto soprattutto alle nuove generazioni e ai nuovi cittadini, dedicato all’analisi dell’attualità e dei suoi temi, come la democrazia e della cittadinanza.
Dopo un attento e accurato restauro sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, i due palazzi ospitano 19 enti culturali e si aprono al pubblico: studenti, studiosi, cittadini. Durante la progettazione è stata dedicata particolare attenzione alle utenze più deboli e ai più piccoli. Mappe tattili, presentazioni nel linguaggio dei segni e supporti alla deambulazione sono alcuni dei servizi per i diversamente abili; fasciatoi, scaldabiberon e la disponibilità di passeggini rendono l’esperienza al Polo adatta a tutta la famiglia.
Il Polo del ‘900 – aperto tutti i giorni dalle 9 alle 21, il giovedì fino alle 22 – offre oltre 3.000 metri quadrati di spazi pubblici, 540 metri quadrati di cortile utilizzabili per eventi, 1 biblioteca con due sale di lettura e oltre 100 postazioni, 1 sala conferenze, 1 spazio polivalente per mostre ed eventi, 3 aree didattiche, 50 metri quadrati destinati all’area kids, 1 mostra permanente (Torino 1938-1948) e 1 rifugio antiaereo, risalente alla seconda guerra mondiale, visitabile. Il lavoro dei bibliotecari e degli archivisti ha portato all’integrazione dei patrimoni dei singoli enti in un’unica collezione che vanta più di 300.000 monografie e fondi archivistici, 28.000 audiovisivi, 127.600 fotografie, 650 metri quadrati di depositi, 7 chilometri lineari di archivi
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