Una vasta area prossima alla fascia turistico-costiera è sedimento di una parte significativa della memoria della città nonché custode di valori paesaggistici in attesa di un coordinato progetto di valorizzazione. Si tratta dell’unità di paesaggio situata in riva destra del torrente Melo tra la strada statale (tracciato dell’antica Flaminia) e l’asse di scorrimento mediano; essa è caratterizzata dalla presenza del ponte di epoca romana, dal vecchio cimitero monumentale, dalla vecchia fornace in parte già trasformata in scuola media e dalla relativa cava d’argilla sul cui limite sorgeva un antico monastero nonché dalla pista ciclabile che conduce sino al mare. Il progetto prevede la connessione fisica e concettuale dei vari elementi del paesaggio trasformando la cava in un parco cittadino attrezzato e fruibile (denominato in ricordo del monastero: Parco degli Olivetani) e lo spazio interno della limitrofa cortina edilizia, recentemente restaurata, del forno Hoffmann della vecchia fornace, che ospiterà un moderno museo come una sorta di “casa dentro la casa” di ungersiana memoria. La struttura didattico-espositiva sarà sede del Museo del Territorio ricco di reperti archeologici e materiale divulgativo. È altresì previsto un approdo con banchina lignea sul torrente di cui si pensa di ripristinare la navigabilità con una chiatta per il trasporto di cittadini e turisti sino al ponte romano, primo ‘oggetto in situ’ del percorso archeologico attrezzato all’aperto che condurrà attraverso il nuovo parco al museo. L’acqua quale linea sul quale scorrono i movimenti dell’uomo , gli usi, le esperienze sensoriali, un torrente che pur avendo perso la sue funzioni primarie può ancora contribuire alla restituzione di un rapporto fra uomo e paesaggio, dal quale non è possibile prescindere. Si tratta in sintesi di una fusione di valori ambientali, archeologici, naturali, culturali, civili, architettonici e paesaggistici che si candida a diventare un nuovo polo urbano e di vita della città.
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