Ogni intervento nell’ambiente naturale deve garantire la tutela e la valorizzazione del contesto, anche se già compromesso.
Nell’area produttiva di Molfetta, soggetta a gravi allagamenti, la messa in sicurezza del territorio diventa occasione per tutelare ecologia e paesaggio. Si è scelto di rigenerare una lama esistente, evitando opere idrauliche, con tecniche dell’ingegneria naturalistica, realizzando un intervento integrato di mitigazione del rischio e rigenerazione ecologica.
La rimodellazione dell’alveo della lama ha ricreato una morfologia naturale tipica, piantumando lungo le sponde nuove essenze vegetali, rispondendo così alle esigenze di carattere idraulico e generando condizioni per la naturalità. Un nuovo corridoio ecologico di connessione monte-mare, un parco lineare, sviluppa biodiversità in aree industriali e di coltura intensiva dell’olivo. Il percorso ciclopedonale al margine consente la fruizione sicura del nuovo parco dall’area ASI fino al mare.
A Melendugno (LE) l’impianto di fitodepurazione del depuratore consortile di Melendugno, Calimera e Martignano, ha permesso di coniugare depurazione e smaltimento delle acque, con la riqualificazione ambientale, attraverso un’area umida artificiale. La struttura si estende su di una superficie di 8,3 Ha con bacini ideati per permettere lo scorrimento spontaneo delle acque attraverso la vegetazione palustre; nel tragitto l’acqua è depurata dagli inquinanti. Questa “ritrovata naturalità” ha favorito specie animali e vegetali, valorizzando un habitat circostante ad elevato valore naturalistico. I sistemi di fitodepurazione a “macrofite” sfruttano le piante superiori, organizzate in tessuti e apparati specializzati (fusto, radici e foglie), per ottenere il trattamento e la depurazione delle acque reflue.
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