Nel quadro degli interventi previsti per il Recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della Città Vecchia, il Comune di Taranto ha scelto di puntare su un progetto di social housing come iniziativa-innesco e potenziale leva del più ampio processo di rigenerazione. La situazione in cui attualmente versa la Città Vecchia – drasticamente spopolata rispetto al passato – è rappresentata da un diffuso stato di abbandono e degrado dell’ambiente fisico e sociale, ma anche da alcuni germi di vitalità e riscatto legati soprattutto alla presenza universitaria e alla ripresa del turismo con attività economiche e ricettive correlate.
Al centro della proposta progettuale, c’è l’idea che per garantire l’efficacia dell’iniziativa non basti un intervento edilizio di qualità, ma sia necessario qualificare l’offerta di spazi per l’abitare progettando fin da subito la loro integrazione con le più ampie dinamiche del contesto.
Per promuovere questo approccio il Comune di Taranto ha recentemente incaricato un team di professionisti di redigere il Documento di fattibilità delle Alternative progettuali, che costituisce lo strumento di ricognizione, analisi e valutazione strategica del potenziale del contesto territoriale, ed anche di definizione delle soluzioni progettuali più opportune relativamente agli aspetti urbanistici, architettonici, gestionali e finanziari.
La proposta si va strutturando attorno al concetto di “CASA+”, che prevede l’integrazione con le principali “scommesse” previste per il rilancio della città dalla Strategia per Taranto (cultura, turismo “lento”, imprese “smart”, enogastronomia, alta formazione) e include spazi condivisi (come ad esempio spazi per lo studio e lo smart working per giovani lavoratori e studenti), spazi per attività micro-imprenditoriale (offerta turistica, ristorazione, artigianato, autoproduzione e commercio, …) e servizi di prossimità (micro-nidi, portierati, servizi ricreativi o educativi, servizi tecnologici).
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