23/07/2018
Tra i progetti della gallery dell’ultima edizione di Urbanpromo ve ne sono alcuni presentati dalle Regioni, che investono una dimensione di programmazione. Da segnalare in questo senso quello della Regione Umbria, l’Agenda Urbana. E’ Carlo Cipiciani, dirigente del servizio programmazione generale della Regione e incaricato dalla Giunta a seguire le attività connesse all’attuazione dell’Agenda Urbana, a spiegarne filosofia, obiettivi, implicazioni. 

Cipiciani spiega che l’Agenda urbana umbra “prende origine dalla scelta dell’Unione europea di dare maggiore risalto e risorse alla programmazione territoriale integrata, con due finalità essenziali. La prima è dedicarla alla città, con ciò intendendo  non il finanziamento di interventi puntuali, ma un pacchetto di interventi dalla logica integrata per potenziare lo sviluppo urbano sostenibile. La seconda finalità è rendere protagonisti del loro destino gli enti territoriali, ovvero fare dei Comuni non solo i meri beneficiari degli interventi ma i protagonisti della loro programmazione e della realizzazione. In sintesi: dimmi come vuoi che sia la tua città e insieme negoziamo un percorso, tu sei il protagonista sia della programmazione che della realizzazione”.

Il dirigente regionale umbro individua alcune ragioni precise nelle scelte della nuova programmazione europea, finalmente più centrate sulle città e sul loro sviluppo: “Se pensiamo allo sviluppo economico dell’Unione europea e dell’Italia, non possiamo non dirci figli delle città, le altre entità sono venute dopo. Oggi è ancora più vero, il cardine delle sviluppo dell’Europa sono sempre i centri urbani, piccoli, medi e grandi. Se l’Europa sarà migliore, più sostenibile e smart, lo sarà perché lo saranno le sue città. Direi anzi che a questo tipo di approccio siamo arrivati in ritardo. La scelta europea è stata fatta propria dallo Stato e dalla Regione Umbria, che  ci ha creduto in modo particolare, scegliendo di dedicare allo sviluppo urbano sostenibile una quota superiore rispetto a quella indicata dall’Europa”.

Tutte le Regioni italiane hanno avuto l’obbligo di costruire la propria Agenda urbana, secondo asset e approcci propri. La scelta umbra è stata quella di individuare come interlocutrici le cinque città maggiori (Perugia, Terni, Spoleto, Foligno e Città di Castello), che sono quelle che rispettano determinati requisiti disposti dall’accordo di partenariato, e che allo stesso tempo costituiscono poli di attrazione e riferimenti, per economia e servizi, di territori più ampi di quelli comunali. Le risorse a disposizione ammontano a oltre 35 milioni di euro, tra fondi Fse e Fesr, da impiegare, come detto, in una logica di programmazione in cui i Comuni sono i veri protagonisti delle scelte.

Diversi gli obiettivi dell’Agenda urbana, che corrispondono anche alle linee di finanziamento. L’obiettivo principale è quello di rendere, seguendo il modello della smart city, le città più fruibili, più attrattive per chi li usa, e anche per i turisti. Poi quello che è il vero cuore di Agenda Urbana, ovvero l’implementazione e lo sviluppo di servizi digitali per i cittadini. Un ulteriore capitolo è dedicato alla mobilità (attraverso la creazione di infrastrutture per mobilità alternativa privata, come le biciclette, e l’utilizzo degli strumenti digitali per il governo della mobilità in modo più intelligente, come ad esempio le centraline che rilevano flussi di traffico). Poi ci sono finanziamenti per la sostenibilità energetica nell’ambito dell’illuminazione pubblica, a patto che costituiscano veicoli per la smart city e un’ultima linea legata alla valorizzazione degli attrattori culturali.

Di certo, conclude Cipiciani, l’Agenda urbana è pensata sulla base e in funzione di una idea di sviluppo dell’Umbria, con le sue caratteristiche specifiche: “Le cinque città sono punti di attacco di uno sviluppo territoriale che vada verso la smart city”.

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