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Iginio Rossi, Francesco Sbetti, INU – URBIT


La mobilità dopo il Coronavirus: le città stanno riprendendo a funzionare, ma il trasporto pubblico di massa non riesce a soddisfare la domanda di mobilità a causa delle diffuse limitazioni e la mobilità su autoveicoli privati genera congestione e inquinamento atmosferico che si sta configurando come uno dei fattori che favorisce ulteriormente la diffusione del contagio. Per contro, è apparso evidente che esistono modalità di lavoro e di formazione che non richiedono di spostarsi da casa o almeno non lo richiedono sempre in via di principio. Si apre uno spazio strategico per la mobilità dolce, che le Amministrazioni possono consolidare e dilatare con opportuni provvedimenti. Da alcune esperienze in atto a partire dal lockdown emergono: riorganizzazione dei tempi di funzionamento della città; incentivazione alla mobilità dolce; integrazione delle modalità più sostenibili; priorità a pedonalità, cammini, ciclabilità.

Queste iniziative sono purtroppo spesso prive di visione strategica a medio-lungo termine e soprattutto mancano di un inquadramento nelle politiche in grado di garantire quell’integrazione che consente alle nostre città di proporre fruizioni qualitativamente elevate all’interno del sistema della mobilità.
L’incontro si propone di porre a confronto politiche, piani e progetti che mostrano coerenza con la necessaria re-interpretazione della mobilità integrata in ambito urbano ma anche in quello territoriale.


PROGRAMMA

Reti per la mobilità integrata: da dove ricominciamo
Francesco Sbetti,
Urbanistica Informazioni

Ripensare e riequilibrare le reti della mobilità dolce, disegno urbano per la città non solo del domani
Italo Meloni,
CIREM, Università degli Studi di Cagliari

Active mobility post Covid: il bici boom dalla nuova coscienza alle innovazioni normative
Alessandro Tursi,
FIAB

Territori coesi – solidali e piattaforme tecnologiche
Luigi Pingitore,
Istituto Nazionale di Urbanistica

Marche bellezza infinita, la Rete ciclabile delle Marche: un sistema integrato e connesso
Vittorio Salmoni,
Urbanistica Italiana, ISTAO

Mobilità e spazio condiviso nell’emergenza a Bologna
Cleto Carlini,
Dipartimento Lavori Pubblici, Mobilità e Patrimonio, Comune di Bologna

Strategie per rendere più sostenibile l’uso dell’auto in cui ci stia anche la mobilità dolce
Michele Ugolini,
Politecnico di Milano

Camminare fa bene alla città. Come la mobilità attiva sollecita un nuovo progetto di suolo
Stefano Munarin,
Università Iuav di Venezia

La rete ciclabile tra progetto di suolo e resilienza urbana
Antonio A. Clemente,
Dipartimento di Architettura Università degli Studi G. d’Annunzio Chieti-Pescara

Rete ciclabile integrata con gli attrattori urbani. La strategia di Catania per rendere più sostenibile la mobilità ed affrontare l’emergenza Covid
Fabio Finocchiaro,
Direttore Politiche Comunitarie e Fondi Strutturali, Comune di Catania

Conclusione dei lavori

 

Curatori e relatori:
Iginio Rossi INU - URBIT
Architetto, si occupa del funzionamento urbano inerente l’accessibilità a 360°, delle reti per la mobilità dolce e della rivitalizzazione degli organismi urbani territoriali economici anche a livello territoriale in riferimento alla rigenerazione urbana, ai centri storici e al funzionamento delle attività miste diffuse.
Francesco Sbetti INU - URBIT
Francesco Sbetti, Urbanista, dirige la società di progettazione SISTEMA con sede a Venezia e Bolzano. Membro del CDR dell’INU Veneto è direttore della rivista URBANISTICA INFORMAZIONI dell’INU. Professore a contratto a presso il dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara.
Italo Meloni Università degli Studi di Cagliari
Professore ordinario in Pianificazione dei Trasporti presso il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, DICAAR, è direttore del Centro Interuniversitario Ricerche Economiche e Mobilità, CIREM.
Alessandro Tursi FIAB
Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, FIAB - European Cyclists’ Federation, ECF. Architetto urbanista libero professionista , PhD in Ingegneria, si occupa di pianificazione sostenibile, spazio pubblico, mobilità attiva e di infrastrutture per la mobilità. Responsabile di ComuniCiclabili - FIAB.
Luigi Pingitore INU
Già Segretario generale INU, ha studiato Architettura a Firenze e ha conseguito il master in Management della città e del territorio a Roma. Docente a contratto e in altri cicli formativi pubblici e privati ha maturato, fra l’altro, un’ampia esperienza in piani e programmi urbani e territoriali.
Vittorio Salmoni Urbanistica Italiana, ISTAO
Architetto, svolge attività nei campi dell’architettura e dell’urbanistica, in particolare nella pianificazione territoriale strategica e rigenerazione urbana, è componente del Consiglio di amministrazione di Urbit, Urbanistica Italiana e di Istao, Istituto Adriano Olivetti.
Cleto Carlini Comune di Bologna
Esperto in pianificazione dei trasporti, dal 2007 è Direttore del Settore Mobilità Sostenibile e Infrastrutture del Comune di Bologna e coordina le attività in tema di pianificazione, progettazione e gestione della mobilità cittadina.
Michele Ugolini Politecnico di Milano
Professore associato in Architettura degli Interni. Tiene i laboratori di Progetto e Arredo degli spazi aperti e di Progettazione dell’Architettura, degli Interni e Conservazione del costruito. Lavora a ricerche internazionali, Iran e Mozambico. Si occupa degli spazi pubblici nel rapporto tra la piccola e grande misura.
Stefano Munarin Università Iuav di Venezia
Insegna Urbanistica, è delegato del rettore per lo sport, l’inclusione sociale e il diritto allo studio. Ha lavorato a diversi piani urbanistici, scritto e curato libri (Tracce di città; Gli spazi del welfare; Re-Cyle Italy. Atlante) e si occupa di rigenerazione urbana e mobilità attiva.
Antonio A. Clemente Università degli Studi G. d’Annunzio Chieti-Pescara
Insegna Progettazione urbanistica presso il Dipartimento di Architettura di Pescara. Svolge attività di ricerca nel campo degli studi urbani con specifico riferimento alla progettazione della deimpermeabilizzazione dei suoli.
Fabio Finocchiaro Comune di Catania
Ingegnere, direttore delle Politiche Comunitarie, Efficientamento Energetico e Sport. Dal 2016 si occupa di fondi di investimento europeo. Riveste il ruolo di Organismo Intermedio per l’A.U. di Catania in relazione al PON Metro 14-20, al POC, all’Agenda Urbana e al Patto per Catania.

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Contributi

2 commenti su “RETI PER LA MOBILITÀ INTEGRATA

  1. Per aprire il confronto tra esperienze significative l’incontro propone: un ripensamento per riequilibrare le reti della mobilità dolce, il disegno urbano per la città non solo del domani ad opera del CIREM, Università degli Studi di Cagliari; una riflessione su active mobility post Covid (il bici boom dalla nuova coscienza alle innovazioni normative) sviluppata da FIAB; un approfondimento inerente i territori coesi – solidali e piattaforme tecnologiche dell’INU

  2. IL PROGETTO DELLE METROPOLITANE URBANE PEDONALI
    La metropolitana urbana pedonale è formata dal miglior PERCORSO VITA pedonale/circolare nel centro del Comune/Quartiere (circolo del centro) e dall’APPLICAZIONE per “giocare” sul percorso vita.
    Il percorso diventa una metropolitana urbana pedonale tramite le stazioni del metro (per salire e scendere dal binario), identificate nei punti riconoscibili dai residenti e possibilmente baricentrici di zone ad alta densità abitativa.
    Il percorso sarà di 6 km circa e 7 stazioni.
    Per avviare il progetto si parte individuando/progettando gli Ambiti Residenziali omogeni della Salute (ARS).
    Gli ARS sono parti omogenee esistenti (non in progetto) del territorio urbanizzato residenziale (non produttivo, agricolo o a verde attrezzato) ad alta densità abitativa.
    Gli ARS non coincidono necessariamente con gli ambiti urbanistici.
    Per ARS coincidenti con ambiti urbanistici è bene precisare che:
    – All’interno di un ambito urbanistico classificato come ARS potrebbero coesistere parti residenziali ad alta densità abitativa con parti che non lo sono. In questo caso classificheremo come ARS la sola parte residenziale ad alta densità abitativa
    – Gli ambiti misti urbanistici con residenziale a bassa densità abitativa non sono da considerare come ARS.
    – Gli ambiti classificati come ARS ma non comunicanti con altri, perché isolati, o separati da strade o ferrovie invalicabili, o periferici ma collegati in modo non adeguato al progetto, non sono da considerare come ARS.
    All’interno di un singolo ARS si procede individuando/progettando una possibile “tratta sicura” del circolo del centro.
    Si definisce tratta sicura una strada urbana possibilmente dormiente (a basso scorrimento di veicoli a motore) o una strada ciclopedonale possibilmente non parallela a strade urbane ad alto scorrimento di veicoli a motore.
    Quando non è possibile individuare una tratta sicura in un ARS, l’ARS rimane non servita dal “binario”.
    L’unione di tutte gli ARS (ambiti) forma l’Area Residenziale omogenea della Salute (ARS).
    Alla fine si collegano le singole tratte sicure con “ponti sicuri” (quando è possibile) e poi, ottimizzando il tutto, si progetta il percorso finito del circolo del centro, di 6 km circa, e le 6/8 stazioni.

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