Tancredi Attinà, Abitare Toscana
Rigenerare la urbs tramite la civitas.
Non è possibile prendersi cura delle città, rigenerandole, se prima non costruiamo delle comunità coese che abitano le città e se ne prendono cura. Far nascere una comunità coesa che abita la città significa infrastrutturare un sistema di rapporti tra i cittadini-abitanti e tra questi e gli spazi ed i servizi urbani e di prossimità, integrativi delle dimensioni urbane dell’abitare, del welfare e della cultura, tra i quali il primo e più essenziale è senz’altro quello alloggiativo. Con una precisazione, però: pur preservandone l’inalienabile ruolo di residenzialità stabile, la casa può (e deve) assumere funzioni abitative distinte, elaborate in rapporto all’evoluzione delle stesse istanze sociali: dall’housing temporaneo per lavoratori e studenti fuori sede, a programmi abitativi destinati a specifici target sociali (anziani, disabili) corredati da altrettanto puntuali set di servizi, sino a progetti di accoglienza, sempre temporanea, per soggetti con fragilità multiple. In sintesi, una polifunzionalità residenziale che possa risultare tanto più efficace quanto più viene esercitata e sperimentata con forme di gestione integrata all’interno di medesimi contesti abitativi, così da poter riaffermare, pur con intensità e caratteristiche diverse, la centralità della casa quale cellula minima di un habitat urbano accogliente e sano proprio perché composito ed eterogeneo.
L’Housing sociale rappresenta – così è definito normativamente nel nostro paese – un “Servizio di interesse economico generale” da perseguire tramite la costruzione di partenariati pubblico privati plurali e socialmente orientati alla governance ed alla gestione dell’intera catena del valore. Affiancando all’investimento materiale, la componente hard, l’investimento sul processo gestionale, la cosiddetta componente soft, è possibile convertire l’housing sociale in asset territoriale e relazionale, ovvero strutturare una policy sull’abitare duratura, all’interno della quale l’intervento pubblico e quello privato trovino un equilibrio stabile dentro una pianificazione di ampio respiro, realizzando quello che la letteratura internazionale definisce allineamento di interessi. La cura delle città non può prescindere dall’abitare, l’housing sociale deve diventare prassi della pianificazione urbanistica così come l’urban housing può divenire pratica all’interno della pianificazione e programmazione delle pubbliche amministrazioni.
PROGRAMMA
Partenariati Promotori di comunità e di welfare con livelli di governance variabili
Modera
Paola Pierotti, Giornalista PPAN
Intervengono
Giulia Maraviglia, Sociologa
Flaviano Zandonai, Sociologo
Tavola rotonda
Partenariati Plurimi, significanti e significati
Modera
Paola Pierotti, Giornalista PPAN
Intervengono
Diego Brescianini, Fund Manager Investire SGR
Franco Doni, Direttore Società della Salute Empolese-Valdelsa-Valdarno Inferiore
Saverio Mecca, Assessore Comune di Scandicci su Transizione Ecologica, Prossimità, Agenda Urbana 2030
Martina Gentili, ARCO (Action Research for CO-development)
Paola Delmonte, Economista sociale
Laura Colini, H-city Housing in the city cluster, Università Iuav di Venezia
Conclusioni
Serena Spinelli, Assessore Regione Toscana Casa, Politiche Sociali e Cooperazione Internazionale
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