11/04/2020
“Porto Vecchio, il nuovo rinascimento della città di Trieste” è il progetto presentato dal Comune di Trieste all’ultima edizione di Urbanpromo, e disponibile nella gallery online. L’ingegnere Giulio Bernetti, direttore del Dipartimento TEAM (Territorio Economia Ambiente Mobilità) del Comune, ha risposto ad alcune domande per approfondire strumenti e obiettivi del programma degli interventi.
– Il Comune di Trieste ha presentato a Urbanpromo un progetto di rigenerazione del Porto Vecchio, in particolare il masterplan. Quali gli obiettivi di questo progetto?
L’area del Porto Vecchio è rimasta per decenni una città proibita nel cuore di Trieste, un’area demaniale chiusa da una recinzione invalicabile. Grazie a un emendamento in una recente legge finanziaria e ai conseguenti atti amministrativi, il Comune da poco più di due anni si è trovato improvvisamente proprietario di circa 70 ettari lungo il mare, un’area particolarmente interessante sotto il profilo strategico ed economico ma anche paesaggistico e culturale. L’intuizione del Sindaco Dipiazza è stata quella di partire subito, individuare uno schema di massima e porre le basi per i futuri sviluppi, prevedendo un rilancio di Porto Vecchio attraverso una commistione di interventi pubblici e privati.
– Come si articola, attraverso quali strumenti e interventi?
A dicembre è stato sottoscritto un atto tra il Sindaco, il presidente della Regione e il Presidente dell’Autorità del Sistema Portuale del Mare Adriatico Occidentale (rimane ovviamente demaniale l’area dei moli e la striscia del comparto più prossima al mare) che dà l’avvio all’accordo di programma che prevede la modifica al piano regolatore, la definizione delle aree e degli edifici che resteranno di proprietà pubblica, nonché la bozza dello statuto del consorzio che verrà creato tra gli enti coinvolti per la promozione e la valorizzazione delle aree da mettere sul mercato.
– Quali i tempi di realizzazione, a che punto è l’iter?
Il progetto si muove su due velocità. Da un lato le iniziative già in corso in quella che sarà l’area museale e congressuale. Stiamo completando il primo lotto delle infrastrutture: viali e percorsi ciclabili, ma anche tutti i sottoservizi in un’area che ne era completamente sprovvista; quindi fognature, acquedotti, gas, rete elettrica ma anche infrastrutture tecnologiche (fibre ottiche e cavidotti per ulteriori futuri sviluppi). E’ in corso di completamento il grande centro congressi, frutto di un project financing, nonché la progettazione definitiva per la realizzazione del museo del mare già finanziato. In questo ambito, nel corso dell’estate saranno così completati i lavori che predisporranno l’area dedicata a ESOF 2020 (il forum europeo ospitato a Trieste, città europea della scienza 2020).
Sotto il profilo pianificatorio si stanno completando gli elaborati di variante urbanistica in base agli indirizzi consiliari e con la collaborazione di tutti gli enti coinvolti nel progetto e della locale Soprintendenza: quattro sistemi (ludico sportivo, museale e congressuale, misto, e dei moli) con ampio grado di flessibilità per gli interventi del privato come fortemente voluto dal Sindaco. Nel giro di due settimane verrà approvata la Relazione Ambientale finalizzata all’iter di Valutazione Ambientale Strategica. Questo consentirà di arrivare ad adottare la variante urbanistica in sede di accordo di programma questa estate. In questo stesso arco temporale è prevista la creazione del Consorzio.
– Dal punto di vista dei costi, delle risorse, delle modalità di reperimento, quali sono i numeri in campo e le strategie adottate?
Allo stato attuale vi è un filone di risorse statali per le parti museali (il MIBACT ha stanziato 50 milioni e i lavori sono in corso) e il Comune di Trieste è intervenuto con circa 10 milioni nell’ambito del project financing per il Centro Congressi e per i lavori a questo collegati (altrettanti milioni sono quindi legati a un investimento privato). Sono inoltre in corso trattative per altri project che sono interessati al recupero di aree in coerenza con gli indirizzi pianificatori forniti dal Consiglio Comunale. La realizzazione del consorzio e il nuovo assetto urbanistico delle aree che prevederà, tra le altre, anche la destinazione residenziale, agevolerà l’ingresso del privato nei numerosi edifici da ristrutturare. In questo contesto è prevista una lottizzazione degli ambiti che consenta di consegnare a ogni privato sia le necessarie aree retrostanti per i servizi, sia il fronte mare, sia le concessioni demaniali marittime antistanti. Rimarranno invece pubbliche le aree scoperte e i collegamenti, in modo da poter provvedere anche alle infrastrutturazioni necessarie alla attrattività degli edifici.