Il presidente di Inu, Talia: “Con queste gemelle digitali dei nostri centri urbani si apre una rivoluzione senza precedenti”. Se ne è parlato oggi nel corso della rassegna nazionale degli urbanisti in corso all’Innovation Center di Firenze
Firenze, 13 novembre 2025. “Con le Digital twins, gemelle virtuali delle nostre città, potremo riprodurre in tempo reale il funzionamento urbano, sperimentando senza fare danni. È una rivoluzione culturale, oltreché tecnologica”. Lo ha detto oggi a Urbanpromo Michele Talia, presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) e docente dell’Università di Camerino. La rassegna nazionale degli urbanisti, promossa dall’Inu con l’organizzazione di Urbit e il sostegno della Fondazione CR Firenze, è in corso fino a domani 14 novembre all’Innovation Center di Firenze.
Nel talk intitolato “L’intelligenza artificiale, i big data e la pianificazione urbanistica e territoriale”, Talia ha affrontato uno tra i temi centrali del dibattito contemporaneo: come l’IA stia trasformando il modo di pensare, progettare e gestire le città. “Se l’urbanistica del Novecento si fondava sull’osservazione e la previsione statistica, quella di domani dovrà confrontarsi con sistemi capaci di apprendere e simulare – ha spiegato –. Le nostre città diventeranno organismi adattivi, in grado di modificarsi in tempo reale in base ai bisogni delle persone”.
“Le digital twins – ha aggiunto – sono ambienti simulati che consentono di testare politiche pubbliche, valutare impatti ambientali, ottimizzare la gestione dei servizi. In pratica, città parallele dove si può sbagliare senza conseguenze, per poi agire con maggiore consapevolezza nel mondo reale”.
Talia ha poi evocato lo scenario delle città predittive, dove “quartieri che si illuminano solo quando sono abitati, trasporti che si riorganizzano in base ai flussi, spazi pubblici che reagiscono agli eventi climatici o sociali non sono più fantascienza, ma progetti già in fase di sperimentazione. L’intelligenza artificiale diventa così un alleato della creatività, non una minaccia. Ci permetterà di generare alternative progettuali, di testare l’impatto di una nuova infrastruttura prima di costruirla, di comprendere meglio le conseguenze delle nostre scelte”.
Guardando al futuro, Talia ha ricordato come l’intelligenza artificiale sarà “il motore invisibile delle smart cities, capace di gestire traffico, energia e sicurezza, ma anche di costruire un nuovo rapporto tra amministrazioni e cittadini”. E ha aggiunto: “L’IA potrà rendere la pianificazione più trasparente, più inclusiva, più partecipata. Le città intelligenti non sono quelle piene di sensori, ma quelle che sanno ascoltare e coinvolgere chi le abita. La tecnologia non è neutrale. Serve una visione etica e umanistica dell’urbanistica. Dobbiamo governare l’innovazione senza subirla, perché il futuro delle città non può essere solo algoritmico, deve restare profondamente umano”.
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