03/05/2021
In continuità con gli anni precedenti, Confcommercio-Imprese per l’Italia ha contribuito all’edizione Urbanpromo 2020, proponendo una riflessione sul ruolo sociale del commercio di prossimità, con particolare riguardo ai pubblici esercizi, e sul rapporto tra attività economiche, città e spazio pubblico, anche sotto il profilo urbanistico, attraverso l’organizzazione del convegno “Territorio, cibo e città“.

Nello specifico, sono state illustrate tre esperienze, sviluppate da altrettante rappresentanze territoriali di Confcommercio, relative ad approcci sperimentali al tema della movida e della regolazione urbanistica dei pubblici esercizi, con un’attenzione particolare alla previsione di misure anti-contagio.

Confcommercio Ferrara ha presentato il progetto “Movida sicura”, dell’estate 2020, basato su un protocollo elaborato dagli imprenditori dei locali notturni di via Mayr con il Comune, in collaborazione con le Forze dell’ordine e in accordo con la Prefettura. La peculiarità del caso risiede nell’aver configurato il fenomeno della movida come un evento pubblico, gestendolo quindi in maniera condivisa e coordinata attraverso un piano di sicurezza. Elementi caratterizzanti della sperimentazione sono stati: la pedonalizzazione temporanea di un tratto di via (dal venerdì alla domenica, dalle ore 20 alle 2) e la previsione di varchi in entrata e in uscita dall’area, controllati da steward muniti di app contapersone per verificare le prenotazioni ai locali, monitorare le presenze ed evitare assembramenti. L’iniziativa ha permesso di contemperare interessi pubblici e privati, riducendo le esternalità negative della movida e consentendo l’esercizio dell’attività d’impresa nel rispetto delle misure anti-Covid.

L’Associazione Pubblici esercizi di Torino ha avanzato alcune proposte per la riorganizzazione della nightlife cittadina, da sviluppare in sinergia con il Comune. Si tratta di prevedere regolamentazioni multidisciplinari per una gestione coordinata delle aree di movida, favorendo interventi volti a disciplinare i fenomeni di aggregazione spontanea e introducendo nuovi modelli di fruizione temporanea degli spazi pubblici per agevolare l’installazione dei dehor. È necessario, poi, individuare nuove aree urbane a vocazione ricreativa serale e sostenerne uno sviluppo programmato, anche con incentivi alle imprese, per decongestionare parti di città già sature di locali. Andranno, inoltre, rimodulati gli orari della movida, per integrare le diverse forme di offerta di intrattenimento e scongiurare assembramenti in strada dopo le chiusure. Anche in periodo di emergenza sanitaria, quindi, i locali notturni possono e devono essere considerati una risorsa per la città, purché venga condivisa la gestione delle problematiche legate alla movida attraverso strategie lungimiranti e senza stigmatizzazioni.

Confcommercio Pisa ha illustrato il Regolamento comunale delle attività del settore alimentare in alcune aree del centro storico. Tale provvedimento, del luglio 2019, introduce una programmazione di carattere qualitativo dei pubblici esercizi e delle altre attività economiche che prevedono consumo di alimenti e bevande sul posto, al fine di governare le esternalità negative generate dalla movida e di limitare l’insediamento di tipologie di attività incompatibili con la tutela e il decoro di alcune aree del centro storico e monumentale di Pisa. Il Regolamento è strettamente collegato al Disciplinare “Vetrina Toscana a Tavola”, un progetto della Regione e di Unioncamere Toscana orientato alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari locali per una ristorazione e vendita di qualità. In tal senso, l’adesione al Disciplinare e il rispetto dei requisiti e criteri minimi stabiliti rappresentano una condizione abilitante per poter aprire un’attività alimentare o di somministrazione nell’area del centro storico interessata dal Regolamento. L’esordio dell’iniziativa è stato promettente, così come convincente risulta essere il percorso intrapreso per riqualificare, dal punto di vista commerciale, una zona di notevole pregio e per gestire al meglio gli impatti della movida in una città a vocazione universitaria.