Enel è il primo operatore elettrico italiano: fornisce il 27% della produzione nazionale con centrali della potenza complessiva di circa 30.000 MW, gestisce l’85% della rete di distribuzione in media e bassa tensione e fornisce energia elettrica e gas a 31 milioni di clienti.
Enel vanta inoltre un primato assoluto nella tecnologia elettrica: è stata la prima azienda al mondo a sviluppare il contatore elettronico, creando i presupposti per una rete di distribuzione sempre più “digitale”. Ed è già allo studio un nuovo modello di contatore ancora più evoluto, in grado di offrire maggiori informazioni ai gestori delle reti – utili per monitorare la qualità della fornitura – e servizi innovativi ai clienti.
Il contesto economico, tuttavia, è complesso: il 2014 ha fatto registrare un’altra variazione negativa del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale – -0.4%. Le più recenti previsioni della Commissione Europea stimano un +0,6% per il PIL 2015 del nostro Paese, rispetto a un +1,3% per l’area euro e +1,7% per l’UE nel suo complesso.
La debole ripresa industriale e il rischio deflazione rallentano i consumi elettrici per i quali si prevede un tasso annuo di crescita molto ridotto anche nel medio-lungo periodo.

 

Politica energetica europea: sfide e obiettivi comuni
La dimensione sovranazionale del mercato energetico impone all’Italia la definizione di una strategia energetica in linea con le politiche dell’Unione, ovvero:
– decarbonizzazione;
– creazione di un mercato unico, per incidere sulla sicurezza energetica e per ridurre i costi dell’energia;
– rafforzamento della sicurezza energetica attraverso l’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili, la diversificazione delle rotte di fornitura e la maggiore attenzione all’uso efficiente dell’energia.
Le indicazioni tracciano quindi le linee guida per l’industria elettrica che deve ridurre le emissioni, sviluppare le fonti rinnovabili e incrementare l’efficienza energetica.

 

Evoluzione del settore energetico in Italia
Il business dell’elettricità, in Italia e negli altri mercati maturi europei, sta vivendo una fase evolutiva che coinvolge aspetti economici, tecnologici, politici e sociali. Il calo della domanda energetica, la minore attività del comparto industriale, il boom delle rinnovabili, le dinamiche regolatorie, la crescente sensibilità ambientale, hanno indotto una drastica trasformazione del sistema.
Sebbene le grandi centrali più efficienti rappresentino una risorsa fondamentale per soddisfare il fabbisogno e garantire la sicurezza del sistema, oggi la capacità produttiva del settore termoelettrico in Italia è in evidente eccedenza. Diversi impianti non sono competitivi e la vecchia logica del modello “one to many” (l’energia veniva prodotta soprattutto da poche grandi centrali e distribuita in un unico senso di marcia verso gli utenti finali) lascia il campo a un nuovo modello più vicino alle dinamiche dei business di rete.
Il nuovo assetto è connotato da un ruolo molto più attivo del cliente, con una generazione dell’energia sempre più diffusa anche a seguito della straordinaria proliferazione di tanti piccoli impianti di autoproduzione. Il nuovo modello apre inoltre nuove aree di sviluppo per il mercato elettrico: l’applicazione più estesa dell’elettricità nella vita quotidiana, nella mobilità e nel riscaldamento domestico, software e prodotti di nuova generazione che consentono al cliente un controllo attivo dei propri consumi e scelte più autonome e consapevoli.
L’emergere di nuovi bisogni – e quindi spazi di mercato – nel segmento finale della tradizionale “catena del valore” (il cosiddetto “nuovo downstream”) diventa dunque il lato positivo della medaglia: l’evoluzione del sistema energia porta alla dismissione di siti produttivi, ma apre differenti opportunità di crescita e innovazione per il sistema Paese.

 

La posizione dell’azienda
Enel intende anticipare questo cambiamento puntando sulla tecnologia e l’innovazione per offrire ai clienti un servizio più evoluto e smart. Un nuovo paradigma per l’energia che comprenda prodotti e servizi per l’efficienza energetica, la gestione intelligente dei consumi e soluzioni per la mobilità sostenibile.
In questo scenario, la riconversione di 22 impianti rappresenta un’iniziativa necessaria e un ‘occasione per il territorio che potrà così cogliere diverse e nuove opportunità di sviluppo.
Con il progetto Futur-e, Enel intende porsi, in maniera responsabile, alla guida della transizione, con il più ampio coinvolgimento delle comunità e di tutti gli stakeholders, a partire dalle persone che lavorano in azienda.
Attraverso il coinvolgimento di società specializzate, Enel ha avviato un’analisi dei territori per individuare le potenziali nuove “destinazioni” degli impianti per i quali si prefigura o si è già determinata la cessazione della produzione nell’assetto attuale.
Viene tutelata l’occupazione diretta e saranno identificati progetti atti a generare valore condiviso con il territorio e le comunità. Dove possibile, la vocazione industriale dei territori verrà mantenuta attraverso la riconversione in impianti di generazione con diversa tecnologia o una trasformazione funzionale all’avvio di nuove attività non energetiche. Nei casi in cui le condizioni non saranno adatte per la prosecuzione di un percorso industriale, saranno valutate tutte le altre opzioni di valorizzazione dei luoghi ad utilizzi diversi.
L’intervento si baserà su approccio e strategia diversi a seconda della destinazione dei siti e potrà prevedere:
– azioni di coinvolgimento attivo di tutti gli attori del processo, (ad esempio comunità, istituzioni, università, ecc.) per giungere ad un progetto condiviso anche mediante l’attivazione di un “concorso di idee” per identificare la destinazione d’uso
– azioni di informazione diffusa per illustrare e condividere il nuovo progetto industriale
Alla base del progetto Futur-e c’è la definizione di un Manifesto esplicativo e rappresentativo della visione e del progetto energetico di Enel per il Paese.

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