Il progetto per la nuova sede di BNP si colloca in un contesto unico e particolare. Unico per la natura dell’ambiente circostante che è una stratificazione di infrastrutture considerate come un elemento di separazione di due significative aree urbane della città di Roma, oggi invece con la realizzazione della stazione per l’alta velocità, assume un nuovo ruolo non solo di servizio, ma di “spazio urbano”. In particolare l’area dove sorgerà il nuovo edificio che con la sua forma geometrica e il suo orientamento topografico, suggerisce il pensiero della realizzazione di un edificio secondo il principio del “Giano Bifronte”.

È importante che il nuovo edificio dialoghi con l’adiacente complesso della Stazione Ferroviaria Tiburtina che è caratterizzata dalla sua dimensionalità e dal suo asssetto orizzontale. Il dialogo non deve necessariamente essere diretto, ma costituito da riferimenti e punti di vista delle diverse altezze della stazione, ora parte di un nuovo paesaggio urbano.

L’obiettivo è di rispondere alle esigenze funzionali con un edificio capace, nella sua autonomia e identità, di appartenere al contesto urbano della Stazione Tiburtina, e al tempo stesso di essere rappresentativo per la città di Roma e per I suoi utenti.

Queste considerazioni portano alla proposta di un edificio in grado di relazionarsi in modo diverso a nord-ovest con il quartiere di Pietralata e a sud-est con il complesso della Stazione Tiburtina.

Talvolta dinamico, riflettente e dissolvendo dove la sua percezione è prevalentemente dinamica e diversa metro dopo metro diverso (dai treni, dalla stazione, dalle diverse posizioni urbane), quasi come se fosse in movimento, a volte statico, trasparente e materiale dove il contesto è urbano, “lento”, rivolto a nord.

L’edificio assume così diversi ruoli che richiamano alla nostra immaginazione importanti opere di artisti contemporanei e filmmakers che hanno discusso la questione della percezione e della “riflessione” della realtà.

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